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Attualità | 03 settembre 2018, 12:05

Crollo ponte, Aspi: "La Responsabilità è del Direttore di Tronco"

Chi avrebbe dovuto chiedere una procedura di somma urgenza per i lavori di retrofitting del Morandi? Per Aspi il Direttore di Tronco, Stefano Marigliani, che afferma: "mai avuta segnalazione di pericolo dai tecnici della Spea"

Crollo ponte, Aspi: "La Responsabilità è del Direttore di Tronco"

Per il crollo di ponte Morandi non è facile attribuire tutte le responsabilità del caso, capire chi dovesse fare che cosa.

Prima di tutto la domanda che si sta ponendo la Procura è: chi avrebbe dovuto sapere che era necessario effettuare immediatamente i lavori di retrofitting (quelli stabiliti, invece, per l’autunno 2018)? Il capo manutenzione di Aspi, Michele Donferri Mitelli, aveva scritto al provveditorato e alla divisione vigilanza sulle concessioni autostradali al Mit per sollecitare il decreto ministeriale, necessario per far partire i lavori, ma questo è arrivato solo l’11 giugno, cioè troppo tardi.

E allora il compito di sollecitare una procedura di somma urgenza per una struttura che si definiva con "lesioni più o meno estese, infiltrazioni di umidità, distacchi, dilavamenti, efflorescenze, fenomeni di ossidazione e ammaloramenti in genere" alle pile 9 e 10, a chi spettava?

Aspi ha spiegato che "Non è compito né facoltà del Consiglio d'Amministrazione fare una valutazione tecnica dei progetti né stabilire l'urgenza o la somma urgenza - Il Direttore di Tronco ha facoltà e obbligo di assumere in piena autonomia i provvedimenti sulla circolazione conseguenti ad eventuali situazioni di urgenza o somma urgenza". E aggiunge: "mai negli ultimi 18 anni il cda ha discusso o valutato l'urgenza o la somma urgenza di progetti attivando i provvedimenti conseguenti: non ne avrebbe titolo né competenza. Sono stati sempre e soltanto i Direttori di Tronco a avvalersi di tali procedure".

 

Ma il Direttore di Tronco, Stefano Marigliani, dice di non aver mai ricevuto dossier: “Non ho mai visto lo studio del Politecnico e nemmeno quello del Cesi" e aggiunge “mai una segnalazione di pericolo dai tecnici della Spea che si occupano per noi della sorveglianza né da altri, come chi ha fatto il progetto di retrofitting" quindi, conclude, "per noi è stato qualcosa di inaspettato e imprevisto rispetto all'attività di monitoraggio che veniva fatta sul ponte. Nulla lasciava presagire. Assolutamente non c'era alcun elemento per considerare il ponte pericoloso".

 

Domani gli esperti del Politecnico di Milano cui Aspi aveva chiesto di progettare un sistema di sensori per monitorare in tempo reale la stabilità del manufatto, saranno ascoltati dai magistrati. 

rg

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