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Attualità | 28 agosto 2018, 18:40

Pra’, storia di un orizzonte di nuovo negato

L’Autorità Portuale rinnova per altri quattro anni la concessione alla Nuovo Borgo Terminal: i containers saranno ancora a ridosso della Fascia di Rispetto. Fondazione Primavera: “Come s’intende coniugare ambiente, rumori e vivibilità? Ci diano delle risposte”

Pra’, storia di un orizzonte di nuovo negato

I containers restano lì dove sono. A incombere minacciosi sulla Fascia di Rispetto. In pila l’uno sopra l’altro. Mentre sotto i cittadini fanno jogging, vanno in bicicletta, passeggiano. Non era certo questo, il progetto iniziale a confine tra il porto di Pra’ e lo spazio pubblico riservato alla delegazione. Ma, ancora una volta, le speranze e le istanze dei cittadini sembrano disattese. Nei giorni scorsi, il 31 luglio per la precisione, l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale ha stabilito di rinnovare la concessione degli spazi alla Nuovo Borgo Terminal, la società che, all’interno dello scalo merci del Ponente, opera direttamente a ridosso della Fascia di Rispetto. I permessi sono stati rinnovati per quattro anni, invece dei dieci inizialmente richiesti. Ma per Pra’ è ugualmente una brutta notizia. Perché non risolve il problema della sicurezza della Fascia di Rispetto e non tiene conto né della vivibilità né dell’inquinamento acustico della zona. Nella stessa seduta in cui Autorità Portuale ha votato all’unanimità il piano di efficientamento della Compagnia Unica dei Lavoratori del Porto di Genova e ha assegnato le aree della Nuova Darsena in concessione alla società ‘I Saloni Nautici’ e alla ‘Amico &Co’, che si spartiranno gli spazi a terra e a mare, è stato dato il via libera pure a Nuovo Borgo Terminal.

A nulla sono servite le centinaia di mail arrivate in precedenza alle istituzioni, le raccolte di firme, le controdeduzioni, pure richieste attraverso la pubblicazione sui quotidiani locali di appositi avvisi. Almeno sino al 2022, Nuovo Borgo continuerà a essere attiva in quegli spazi. Una buona notizia per l’occupazione, ci mancherebbe. Un po’ meno per i dirimpettai, all’interno di un rapporto sempre difficile e conflittuale, specie nel Ponente: quello tra insediamenti produttivi e realtà abitative.

Niclo Calloni, presidente della Fondazione Primavera che tanto si è battuta (e continua a battersi) per Pra’, non si dà per vinto: “Noi il primo agosto abbiamo richiesto un incontro al presidente di Autorità Portuale, Paolo Emilio Signorini. E il 7 agosto abbiamo nuovamente inoltrato la domanda, non avendo ricevuto nessuna risposta. Come tutti gli altri, abbiamo appreso dai giornali che sarebbe stata rinnovata la concessione a Nuovo Borgo. Ma noi vogliamo ascoltare delle posizioni ufficiali dai nostri interlocutori”.

Di questa partita è responsabile direttamente l’Autorità Portuale, ma, secondo Calloni, ci sono pure altre persone che si possono sensibilizzare. “E’ il sindaco a dover rispondere della salute dei cittadini, quindi ci pare giusto che se ne occupi anche lui”.

Le richieste sono - è bene sottolinearlo - tutte precedenti al crollo del Ponte Morandi, che ha spostato completamente (e giustamente) il baricentro di ogni attenzione. Ma, pur nel rispetto della tragedia e delle sue vittime, la città deve continuare a funzionare anche nell’ordinario. “Vogliamo capire - prosegue Calloni - se ci sono delle soluzioni a proposito dell’impatto delle attività portuali su Voltri, Pra’ e Pegli. Chi deve trovare le contromisure è l’Autorità Portuale. Quello che ci aspettiamo, qui a Ponente, è che si pensi a tutelare la salute dei cittadini che vivono di fronte al porto. E continueremo a farci sentire in questo senso”.

Tra le situazioni più gravi, quella di Palmaro, il borgo stretto tra containers da una parte e autostrada dall’altra. Proprio questa zona è stata al centro di un recente vertice tra sindaco Marco Bucci, assessore ai Lavori Pubblici Paolo Fanghella, Consiglio di Comunità Praese e Fondazione Primavera. “L’incontro - si legge nel dettagliato resoconto pubblicato sul sito ‘Supratutto’, bellissimo prodotto editoriale di Fondazione Primavera - ha avuto come tema principale la difficile situazione del sestiere di Pra’ Palmaro, quello più impattato dalla vicinanza e dall’invasività del porto e delle altre infrastrutture che lo ‘cingono d’assedio’. Il sestiere non gode nemmeno della presenza mitigatrice di una Fascia di Rispetto, di dune di protezione, di un canale ed è invece oppresso da rumore, inquinamento, tir e container”.

“Com’è noto - prosegue l’informativa - tre sono le fasi operative individuate dal Consiglio di Comunità Praese per provare a migliorare la situazione. Nel lungo periodo: porto isola staccato dall’abitato secondo le prospettive indicate dal Piano regolatore portuale con il prolungamento del Canale di Calma e della Fascia di Rispetto fino al confine con Voltri. Nel medio periodo: progetto ‘Ridiamo il mare a Pra’ Palmaro’, con spostamento verso mare dei binari della ferrovia Genova-Ventimiglia a far spazio a un’area con passeggiata ciclo pedonale, alberi e piccolo canale d’acqua corrente. L’intoppo qui sembra rappresentato dal ritardo di realizzazione del nuovo viadotto di collegamento tra uscita autostradale e porto che causerebbe il ritardo anche del successivo spostamento a mare dei binari. Nel breve periodo: estendere le migliorie nell’arredo e nella sistemazione urbana introdotte dal Por con nuovi ed ampi marciapiedi in blocchetti di porfido, panchine, alberi, lampioni anche nel lato monte di via Pra’, in tutto il tratto a ponente della rotonda Scoglio dell’Oca fino al Rio San Giuliano al confine con Voltri. Altro obiettivo a breve termine è rappresentato dall’installazione dei cartelli informativi sui monumenti storici di Pra’, già realizzati dalla Fondazione Primavera e consegnati da tempo al Municipio”.

Sul breve periodo, Bucci “è apparso molto interessato alla proposta di riqualificare il lato a monte di via Pra’ nei sestieri di Palmaro e Cà Nuova, prolungando anche a ponente le migliorie introdotte dal Por e ha chiesto all’assessore Fanghella una prossima valutazione di quanto queste opere potrebbero costare per poterle inserire nel prossimo piano di lavori triennali”. Il primo cittadino ha anche ricordato di aver letto le centinaia di mail dei praesi. Ma ricordando, “come non sarà semplice intervenire proficuamente nelle dinamiche che riguardano in primis l’Autorità portuale e i diversi concessionari coinvolti per riuscire a spostare quei container in altre aree del porto”.

Come dire: le belle idee ci sono, e sono pure tante. Ma lo scontro con la realtà è amaro e ad armi impari, tanto quanto quello fra il ‘gigante’ porto e i cittadini.

Alberto Bruzzone


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