Che ad Autostrade vada revocata la concessione del ponte Morandi, per Di Maio è una certezza. Così come il fatto che debba essere ricostruito "da un'azienda di Stato con manager di Stato, Autostrade deve al massimo metterci i soldi".
Insomma, non Atlantia, la controllata di Autostrade per l'Italia, che “fa miliardi di euro di utili netti all'anno, non ha fatto la manutenzione di quel ponte". Quindi, siccome "il privato l'ha gestita male perché doveva fare profitto", la scelta deve ricadere su “un’azienda di stato – spiega il Ministro - perché andare dalle famiglie delle vittime e dire di farlo ricostruire a chi ha ammazzato i loro figli credo che sia poco credibile per lo Stato italiano".
E un’azienda con tutte le carte in regola per eseguire lavori di questa portata potrebbe essere la Fincantieri. Innanzitutto secondo Di Maio si può considerare “di Stato” perché attualmente è controllata da Fintecna, che fa capo alla Cassa di Depositi e Prestiti al 72%, e perché sta realizzando altre quattro opere di questo genere in Belgio, come affermato alcuni giorni fa dall’Ad Giuseppe Bono a Genova.
La nazionalizzazione "è importante perché non nazionalizzare significa ridare le autostrade italiane ai Benetton, e io non voglio – ha concluso Di Maio - Toninelli "nei prossimi giorni pubblicherà i contratti di Autostrade e là ne vedremo delle belle. Sono contratti che nessun imprenditore onesto ha mai avuto dallo Stato, mentre loro le hanno avute per 40 anni".
Anche se non tutti al Governo concordano sulla statalizzazione, come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, che comunque aveva specificato che per Atlantia la ricostruzione del ponte è "un obbligo”.