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Eventi | 21 luglio 2018, 11:08

"Artemare" e i muri che uniscono nella mostra a Lerici

Al Castello di San Terenzo di Lerici l’artista-fotografo Paolo Grassi darà vita a un’opera co-realizzata con i visitatori grazie alle foto: un muro che non nasce per separare, ma per unire idealmente uomo e ambiente

"Artemare" e i muri che uniscono nella mostra a Lerici

All’interno della mostra “ArteAmare” al Castello di San Terenzo di Lerici l’artista-fotografo Paolo Grassi dá vita a un’opera co-realizzata con i visitatori. Un muro che non separa ma unisce persone e ambiente.

Il Castello ha origini che si rifanno agli anni del rinascimento (1400 D.C.) ed è stato probabilmente costruito con partecipazione di tutta popolazione per protezione del paese dagli assalti dei pirati saraceni.

Paolo Grassi, all’interno della mostra che si tiene nella torre del Castello, propone un intervento di de-costruzione delle mura intese come difesa e chiusura attraverso la composizione di un muro virtuale formato da singoli “blocchi” realizzati da tutte le persone che visiteranno la mostra dello stesso fotografo-artista all’interno del Castello.

Ogni visitatore troverà nel Castello un fondale dove farsi fotografare con il volto inserito in una feritoia delle mura. Ogni foto rappresenterà un “mattone” del nuovo muro.

Le fotografie inviate su Facebook o Instagram con l’hashtag #arteamare saranno ricomposte da Paolo Grassi alla fine della mostra per dare origine a un’opera collettiva denominata The Castle Wall.

Questo tema si inserisce nel progetto “Generation af the city” sviluppato recentemente da Paolo Grassi e visibile nella mostra di Lerici, dove con una sovrapposizione di immagini l’artista mette in relazione gli elementi architettonici della città con le persone che l’hanno generata e che la modificano in continuazione.

Così come le mura rinascimentali del castello proteggevano dall’assalto dei pirati il muro “virtuale”, opera d’arte collettiva, conterrà al proprio interno l’immagine e lo spirito delle persone che contribuiranno all’opera, sarà quindi un intervento di rinnovamento con al centro l’uomo, un intervento di “decostruzione rinascimentale”.

Se le mura nelle città rinascimentali dovevano servire a creare la perfetta sintesi fra la natura, l’uomo e la storia il nuovo muro virtuale dovrà servire a unire le persone e a ristabilire una corretta relazione fra l’uomo e l’ambiente naturale. Forse una nuova utopia, come utopici erano i progetti delle città rinascimentali.

Per ogni ulteriore informazione visitare i siti www.lephotoart.com e www.arteamare.it.

RG

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