"Un’ulteriore tegola si abbatte sul contratto di servizio fra Regione Liguria e Trenitalia. E questa volta arriva dalla Corte dei Conti. Dopo il ricorso dell’Antitrust, le critiche più volte espresse dai pendolari, la scomparsa del biglietto integrato dal primo gennaio 2019 e un servizio che non aumenta in quantità e qualità al netto degli investimenti sul materiale rotabile, oggi la magistratura contabile avanza serie preoccupazioni sulla copertura finanziaria di tale contratto" commenta in una nota Giovanni Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria.
"In effetti i rilievi della Corte appaiono del tutto fondati, visto che la copertura economica dei prossimi 15 anni viene garantita da un finanziamento regionale costante e da un finanziamento nazionale crescente: un ipotetico aumento del fondo per i trasporti che nessuno oggi è in grado di assicurare né tantomeno di quantificare. Se i finanziamenti nazionali non dovessero aumentare Regione Liguria si vedrebbe costretta a mettere mano al portafoglio per garantire 18 milioni di euro in più per i prossimi 15 anni, a cui va aggiunto anche un 10 per cento di Iva: in tutto 1,3 milioni l’anno di maggiore esborso".
"Il rischio è che chi arriverà nel 2020 dopo la Giunta Toti dovrà fare i conti con un contratto di servizio ferroviario a costi crescenti, a cui si aggiunge un aumento tariffario di circa il 46% nei prossimi 15 anni che colpirà i pendolari. Un conto davvero salato per i contribuenti liguri. Del resto spalmare debiti nel prossimo futuro sta diventando lo sport preferito della Giunta Toti, come si vede anche in sanità" conclude Lunardon, capogruppo Pd in Regione Liguria.