Politica - 28 giugno 2018, 15:58

Pastorino visita il carcere femminile di Pontedecimo che ospita anche sex offenders

Gianni Pastorino: "Si evidenzia una scelta per noi incomprensibile: un carcere nato per essere femminile, l'unico in Liguria, diventa poi anche sede di chi ha commesso reati riprovevoli a sfondo sessuale"

Ieri mattina il consigliere regionale di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria Gianni Pastorino e l'avvocata Alessandra Ballerini, in veste anche di osservatrice dell'associazione Antigone insieme ai colleghi Rossi e Bondone, si sono recati in visita al carcere di Genova Pontedecimo.

"Si evidenzia una scelta per noi incomprensibile: un carcere nato per essere femminile - l'unico in Liguria - diventa poi anche sede di chi ha commesso reati riprovevoli a sfondo sessuale".

Nella struttura sono presenti 72 donne e 66 uomini, ma è paradossale vedere come in un carcere che nasce per la detenzione femminile, siano in realtà maggiormente tutelati - sia dal punto di vista delle strutture sia dell'assistenza - gli uomini. "Nonostante i blocchi autonomi  siano speculari dal punto di vista architettonico - dichiara Pastorino - abbiamo tristemente notato che nella zona femminile c'è un'evidente carenza di spazi di socialità o di attrezzi ludici, presenti invece maggiormente nelle strutture occupate dagli uomini".

Il carcere di Genova Pontedecimo non presenta problemi di sovraffollamento, ma andrebbe adeguato l’organico al numero di detenute e detenuti per venire incontro ai bisogni e le esigenze del personale. "Bisognerebbe inoltre attribuire – aggiunge Pastorino – corrette posizioni funzionali dove purtroppo mancano".

Colloquio positivo con gli operatori sanitari, con i quali è emerso il bisogno di migliorare le attuali condizioni di assistenza. "È necessario un massiccio intervento da parte della Regione - afferma Pastorino - per mettere a disposizione più specialisti e permettere una maggiore formazione degli operatori, al fine di migliorare le prestazioni sanitarie e garantire ai detenuti e alle detenute la sicurezza di poter accedere alle cure".

A differenza di altre strutture, il carcere di Genova Pontedecimo dispone di ampi spazi verdi, attualmente poco sfruttati. "Pur avendo avuto informazioni di alcune pregevoli attività che vengono svolte all'interno del carcere, ci auguriamo di poter vedere incrementato l'utilizzo degli spazi esterni - visto che a differenza di altre carceri la collocazione lo permette - anche per favorire momenti di socializzazione".

Nella struttura è inoltre presente un'area verde già attrezzata, adatta alle visite familiari, ma che viene messa a disposizione esclusivamente dei detenuti o delle detenute "meritevoli", trasformando un diritto in un privilegio e non tenendo conto che gli unici a risentire davvero di questo modello "premiante" sono i bambini e le bambine.

"Va anche segnalata una carenza di mediatori culturali", aggiunge Pastorino. Al fine di reinserire queste persone nella società in maniera costruttiva, sarebbe auspicabile la costruzione di un percorso che informi e orienti, e in cui la figura del mediatore risulta fondamentale, perciò la loro presenza nei carceri va incrementata.

"In un ambiente come quello del carcere, dove vigono regole ferree, è paradossale non essere riusciti a pervenire nessuna copia del Regolamento - spiega l'avvocata Ballerini - Ci è stato assicurato che un regolamento c'è, ma i problemi che comunque si pongono sono due: il regolamento, che comunque non abbiamo avuto modo di vedere, è aggiornato al 2012; inoltre, non è tradotto".

"In ultimo - sottolinea Pastorino - anche in questa struttura si evidenzia la difficoltà della gestione della malattie psichiatriche e l'insufficienza di un'unica residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (REMS) in Liguria, non in grado di ospitare quei detenuti e quelle detenute affetti da problemi psichiatrici". Gli operatori dei carceri si trovano in seria difficoltà, poiché costretti a gestire casi per i quali non hanno gli spazi né la formazione adeguata. Tutto ciò crea una situazione assai disagevole e potenzialmente pericolosa per tutta la comunità carceraria.

Le REMS sono strutture sanitarie di accoglienza per autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi e per legge non possono ospitare più di 20 persone. "Di fronte a questo dato - commenta Pastorino -  risulta evidente che l'unica struttura esistente non basta ma che la Liguria deve adeguare i propri standard a quelli nazionali. Ci auguriamo che, come promesso dall'Assessora Viale, i lavori per la REMS a Calice al Cornoviglio in provincia di La Spezia procedano speditamente rendendo agibile la struttura entro la fine di quest'anno, dal momento che doveva essere completata entro la fine del 2017. In parallelo andrà assunto e formato adeguatamente tutto il personale". "L'obiettivo della nostra visita - spiega Pastorino - era da un lato raccogliere e divulgare informazioni sulla realtà carceraria, per sensibilizzare la società su questa realtà estremamente complessa e troppo spesso dimenticata; dall'altro vedere come la Regione può mobilitarsi per migliorare l'attuale condizione delle carceri liguri, sia per i detenuti e le detenute sia per gli addetti ai lavori".

RG


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