La signora della moda cinese, la stilista ed esperta d’arte HuiZhou Zhao (il suo Eachway Fashion Group nella top ten cinese) l’ha voluta per inaugurare il proprio Each way art and fashion museum, museo d’arte e moda. Sono state solo due, infatti, le italiane protagoniste dal 6 al 13 maggio dell’Intangible Culture Heritage Art Exhibition a Shenzhen, vicino a Hong Kong, e tra queste la poliedrica artista genovese Loredana Galante, che appena tornata in Italia, ci ha raccontato quest’esperienza. Mentre esce oggi “Dieci cose da sapere sull’arte contemporanea” di Alessandra Redaelli: un libro su correnti e artisti contemporanei, tra cui Loredana.
Per la mostra hai creato un’opera particolarmente suggestiva: quale?
Lo sguardo sul mondo, per me, è uno sguardo di costante meraviglia, per cui si tratta di uno spazio emozionale che accoglie la sorpresa, a cui, però, disposti. In questo modo si afferma uno spazio di possibilità, d'inclusione dell’inatteso, di stupore, di osservazione sospesa. Un luogo d’eventualità. Da qui, quindi, nasce la mia opera, un abito di tre metri, appeso, che è lasciato a fluttuale come un fiume. A due estremità i pesci legati lo tengono aperto, svelando all’interno uno spazio accogliente in cui entrare. Si tratta di una sorta di Wunderkammer: ci sono sacchettini trasparenti di stoffa che devono conservare la memoria attraverso simboli, poesie, cartoline, e anche oggetti antichi conservati da Zhao, souvenir dall'Occidente e dall'Oriente. forme, oggetti incontrati, riconosciuti e raccolti, testimoni di un rituale di celebrazione dell'eccezionalità dell'attimo. L'abito fiume lascia scorrere su di sé il tempo e trattiene alcune reliquie del quotidiano, frammenti di un gesto poetico che include tutti. La mia installazione è ora parte delle collezione di Zhao con quella di Maria Jole Serreli. Inoltre la scrittura in cinese ha di per sé una bellezza intrinseca e appese al soffitto c’erano le nostre biografie, come il mio vestito, ed era bello a vedersi. Era un creare, sospeso nel vuoto, una connessione tra artisti e collezione.
Hai fatto anche una performance: in cosa è consistita?
La performance è un accadimento emozionale e rivolta al pubblico è un rito d’ immedesimazione con un messaggio che aveva attributi fortemente poetici. Infatti avevamo creato Maria Jole e io dei braccialetti con alcune parole scritte da me in italiano e in cinese, come amicizia e pace, e durante la performance mettevo al polso delle persone il braccialetto e cantavo la canzone di De Gregori “Stella stellina”.
Com’è stato lavorare con Hui Zhou Zhao?
Con lei c’è stato un bel dialogo fin da subito. La signora Zhao è interessata all'arte e alla contaminazione con la moda e all’interazione dei linguaggi. Infatti ha una collezione di oggetti antichi che ha messo a disposizione per realizzare l’installazione. E la curatrice, Barbara Santoni, che collabora da anni con la stilista, ci ha accompagnato passo passo, con cura e attenzione in tutto il processo.
È stata la tua prima volta in Oriente?
No, ho già fatto una mostra a Tokyo nella galleria progettata dall’illustre architetto Tadao Ando e una in Iran, a Teheran, "Andare Verso", con Saba Najafi, e sempre con lei la performance "Nodi". Tra le mete esotiche nel mondo un progetto Unesco in Burkina Faso. E "Intervista" al Museo de la Mette di Aguascalientes in Messico.
Cosa ha rappresentato per te questa mostra?
Si è trattato di un’esperienza senza precedenti per me. È stata la conclusione di un soggiorno residenza-artistica con la finalità di incontrare la tradizione e la cultura locale ed includerla nel mio lavoro e quello che si è svolto è stato l’evento inaugurale del museo, tra la nuova collezione della stilista e la collezione d’arte di oggetti antichi.
Ha avuto successo la mostra?
Sì, erano presenti moltissime persone. Il pubblico è intervenuto era costituito anche da invitati illustri, tra cui giornalisti, appartenenti al mondo dell’arte e della moda, collezionisti, politici e dipendenti della Company di Zhao.
Quale sarà la tua prossima mostra?
Ho appena terminato i quadri per la mostra “Leonardo Da Vinci dall’Antico al Moderno”, a cura di Gian Ruggero Manzoni, che sarà inaugurata il 18 maggio alle Scuderie del Castello di Vigevano. Intanto proseguono alcuni eventi nel mio spazio-atelier a Milano, “To Be Kind”, visitato anche dagli studenti dell'Accademia di Belle Arti.