Sanità - 14 maggio 2018, 10:07

Autismo, fondi legati al territorio: genitori protestano

L'Angsa (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) chiede al ministro Lorenzin di non firmare il provvedimento

Protesta dei genitori dei ragazzi autistici per una clausola inserita nell'atto di intesa di revisione delle "Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nei Disturbi dello spettro autistico". Con il provvedimento, i servizi per l'autismo rischiano di essere condizionati alla disponibilità economica a livello territoriale.

L'Angsa (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) chiede al ministro Lorenzin di non firmare il provvedimento e si dice "pronta ad impugnare l'atto di Intesa davanti alle competenti Autorità, confidando che il prossimo Governo possa rimediare a una violazione di legge".

Spiega Benedetta Demartis, presidente dell'Angsa: 

E' una decisione gravissima: le Linee di indirizzo sono i Lea per l'autismo, in conformità al Dpcm sui nuovi Lea, che all'articolo 60 inserisce questa patologia nelle particolari categorie. La nuova clausola ridicolizza e declassa il documento. In pratica le persone con autismo, che facevano affidamento sulle nuove normative, continueranno ad essere private dei servizi di assistenza e cura. 

Si è trattato di un blitz delle Regioni favorito dal momento di vacatio legis, in cui l'interlocutore chiave, cioè il Ministero della Salute, ha perso ogni potere contrattuale e ogni interesse, nonostante fosse stato sollecitato in tutti i modi a rimanere vigile. 

Per i servizi previsti non si dovrà più attingere al Fondo sanitario nazionale la loro erogazione è vincolata alla disponibilità finanziaria delle aziende sanitarie.

Continueremo a vedere servizi diversi e a macchia di leopardo. Le Regioni avranno questo alibi per giustificare l'inefficienza di una vera presa in carico.

rg