Giovanni Lunardon, capogruppo del PD in Regione Liguria, esprime le proprie le proprie posizioni sul Genova Pride: "Eravamo già scandalizzati per la decisione della Giunta comunale di negare il patrocinio al Pride perché “divisivo”, mai più ci saremo aspettati che la Giunta Toti potesse fare di peggio, portando indietro l’orologio dei diritti all’età della pietra.
Oggi era stata richiesta dal coordinamento Liguria Rainbow un’audizione con i capigruppo e la Giunta ligure per sollecitare la concessione del patrocinio a cui l’anno scorso la Regione Liguria non aveva dato alcuna risposta.
Per la prima volta, nella storia dell’Ente, la Giunta, con un atto che consideriamo arrogante e discriminatorio, ha deciso di disertare quest’incontro. Non è mai successo per nessuno prima d’ora.
In questi anni, e ancora di più prima, i capigruppo hanno audito associazioni, sindacati, comitati e anche gruppi di cittadini non riconosciuti sempre alla presenza della Giunta. Questa volta la Giunta, che era perfettamente informata della richiesta di Liguria Rainbow accolta dall’ufficio di presidenza del Consiglio, ha deciso di non essere presente, scavando un enorme fossato tra l’amministrazione regionale e persone che, agli occhi di questa Giunta, evidentemente, hanno la colpa di battersi per i propri diritti.
Ma il peggio doveva ancora venire. Abbiamo scoperto nel corso dell’audizione che la Giunta Toti, nella giornata di ieri, ha negato il patrocinio al Pride, non avendo neppure il buon gusto di aspettare il giorno dopo in cui avrebbe potuto discuterne e decidere a seguito dell’incontro con il coordinamento Liguria Rainbow.
Ma la cosa inquietante sono le motivazioni del diniego contenute nella lettera fatta pervenire al coordinamento, dove la Giunta sostiene che i temi che sono al centro del Pride ed evidentemente le associazioni che lo promuovono e i cittadini che vi aderiranno non rientrano nelle linee delle politiche per la famiglia di codesta amministrazione.
Come dire che agli occhi di questa amministrazione ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie Z, famiglie che sono meritevoli di sostegno e altre i cui diritti possono essere ignorati calpestati. È la prima volta che, in un atto ufficiale, un’amministrazione offende così spudoratamente il principio di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.
Crediamo che motivazioni di questo genere non possano avere cittadinanza all’interno di un’istituzione democratica. Per questa ragione abbiamo chiesto e ottenuto la rapida convocazione della Commissioni II Affari sociali alla presenza dell’assessore Viale, responsabile delle politica sulla famiglia e dell’assessore Cavo responsabile del patrocinio negato, alla presenza delle associazioni del coordinamento Liguria Rainbow per chiarire quest’incresciosa vicenda e, possibilmente, per bandire dalla pubblica amministrazione atteggiamenti discriminatori che non possono avere cittadinanza".