"È il quinto anno che torniamo a Genova. Quello che ogni volta mi colpisce è la sempre più numerosa partecipazione della gente, sintomo dalla volontà di un'informazione che forse non riescono a trovare altrove". Lo ha detto Lucio Caracciolo, direttore di Limes, alla chiusura della quinta edizione del Festival organizzato in occasione del 25mo anniversario della nascita della rivista di geopolitica.
"Chi comanda il mondo" ha portato a Palazzo Ducale più di 8 mila persone. Successo anche per le mappe realizzate da Laura Canali, in mostra durante la rassegna, che hanno illustrato i temi delle varie conferenze di questa quinta edizione.
Il Festival si è chiuso con la partecipazione del ministro dell'Interno, Marco Minniti, Ilvo Diamanti, Andrea Riccardi e Bettina Biedermann. Sulla Libia, "abbiamo aperto il primo corridoio umanitario dalla Libia direttamente con voli dello Stato italiano: abbiamo portato via chi scappa dalla guerra, non lo hanno fatto gli scafisti ma l’istituzione democratica. Ong italiane vanno a visitare i centri d'accoglienza in Libia. Tutto questo 10 mesi fa era impensabile", ha detto il ministro.
"La ragione di fondo del governo dei flussi migratori sta dall'altra parte del Mediterraneo - ha aggiunto Minniti - La chiave di volta è nel rapporto tra Europa e Africa. Il futuro dell'Europa, non solo dell'Italia, si gioca in Africa nei prossimi 20 anni. L'Africa è cruciale per questioni legate alla sicurezza e fondamentale per lo sviluppo economico dell'Europa".
All'uscita dal Ducale, in piazza De Ferrari, il ministro dell'Interno è stato contestato da un gruppetto di sei persone, che hanno esposto uno striscione con la scritta "Accordo Italia-Libia=assassinio di Stato", indirizzando slogan anti-bellici e contro Minniti. Gli agenti della Digos hanno allontanato i contestatori e sequestrato lo striscione.