A Camporone in un antico mulino ristrutturato, in oltre cinquant'anni di attività una famiglia di artigiani ha fatto la storia dei prodotti per l’igiene della casa. È infatti all’attuale azienda Parodi&Parodi, tra le più innovative del territorio, che si deve il merito di aver brevettato lo sturalavandini più usato in Italia (e non solo), ma anche altri 500 prodotti, alcuni dei quali sono entrati un po’ in tutte le case, come le pattine con fettuccia o i dischi per le lucidatrici domestiche. Eppure non tutti sanno che questa azienda, che crede nell’open innovation, è anche impegnata nel sociale, attraverso diversi progetti civili ed un’azienda etica. A spiegare come, è Leonardo Parodi, figlio del fondatore Giuseppe.
Cosa vuol dire essere un’azienda etica?
Significa che siamo iscritti a Eticlab, l’associazione d’imprese nata per divulgare il concetto di sostenibilità aziendale e creare prodotti ecosostenibili, come Superigienik, unico detersivo della linea, biodegradabile, da sciogliere in acqua per evitare i flaconi in plastica, perché sono 200 milioni solo quelli prodotti in Italia ogni anno. Ma pensiamo che questo non sia sufficiente e che quello della sostenibilità sia un concetto più ampio, non limitato all’ambiente e da estendere al vivere quotidiano di tutti. Prima di tutto ritengo, quindi, che significhi legalità e coinvolgimento delle persone. Per legalità intendo non solo il rispetto delle norme e l’applicazione delle buone pratiche, ma anche ma l’impegno nei confronti di iniziative come Agende Rosse, l’organizzazione fondata dal fratello di Paolo Borsellino, per diffondere tra i giovani il concetto di legalità. E siccome ritengo sia un approccio mentale, vuol dire anche avere attenzione nei confronti dei lavoratori, ossia delle persone che agiscono in un contesto aziendale: è il sapere stare insieme nel modo giusto, trovare le soluzioni, affrontare le opportunità che il mondo d’oggi ti offre.
L’azienda infatti è innovativa anche per l’attenzione rivolta al personale.
Con la Parodi School abbiamo introdotto il servizio della formazione finanziata, che in Liguria conoscono poche aziende. Inoltre presentiamo progetti formativi la cui docenza è gratuita. La nostra volontà prevalente, però, è di erogare servizi per facilitare la comunicazione interpersonale nell’ambito aziendale, utilizzando uno strumento, l’Insights discovery, per l’autoprofiltura: si fa un test e un software lo elabora in base alle teorie psicoanalitiche di Jung. Da qui si ricavano i punti di forza della singola persona, il suo modo di gestire il tempo, lo stress e così via. Condividere ciò nel gruppo serve a favorire la crescita del team. Dal 2009 lo usiamo nell’azienda e ora anche nella Parodi School.
Ma l’azienda si occupa anche delle attività di quartiere e del territorio?
Sì, esiste progettoper.it per favorire la raccolta fondi per i progetti di quartiere, tra cui il recupero del Teatro Rigon di Sestri Ponente, a cui abbiamo contribuito anche con un piccolo finanziamento. Si tratta di un sito web in cui si può caricare il progetto, metterne il video, mostrarne lo stato di avanzamento. La volontà è anche quella che diventi un logo che si mette a disposizione per unire uno sponsor e un progetto di quartiere. Si tratta di un piccolo progetto di marketing nell’ambito della sostenibilità.
E poi c’è un progetto culturale per i liguri nel mondo.
Sì, ho creato “Zenet, Liguri nel mondo” (zenetligurinelmondo.org), un’iniziativa nata un paio d’anni fa allo scopo di creare un collegamento tra i liguri e loro discendenti sparsi per i mondo: da qui il nome Zenet, Zena e Net. Ci ho pensato quando andando a Pieve ho visto una targa dedicata ai migranti pertiti da lì, un centinaio, a fine Ottocento. Non ne sapevo niente dell’immigrazione ligure, e siccome noi siamo un’azienda storica, radicata, abbiamo deciso di investire in questa iniziativa. Infatti riscontro la voglia da parte dei discendenti, ormai di terza generazione, di entrare in contatto con la Liguria, e Zenet nasce per far sapere anche quanto l’emigrazione sia un fenomeno importantissimo e attuale, un valore di aggregazione che ci accomuna. In questo modo vorrei creare qualcosa di transazionale, che serva a fare aggregazione e creare scambi d’ogni tipo. La prima iniziativa è stato un concorso fotografico vinto da una ragazza argentina, che ha ritratto le mani della nonna che tengono le foto di quando era partita da bambina dal Porto di Genova.