Il consiglio regionale ha approvato l’ordine del giorno proposto dal gruppo Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria per la ferma condanna dell’intervento unilaterale USA nel conflitto Siriano.
"Merito del nostro lavoro di mediazione fra maggioranza e opposizione, se oggi il consiglio regionale ligure sottoscrive e approva un documento di questo genere; un’operazione che in altre regioni non è riuscita. Mentre a livello nazionale i partiti continuano ad esprimere giudizi discordanti e contradditori sulle azioni di guerra in Siria, anche per non rischiare di perdere consenso elettorale, l’atto di Rete a Sinistra / LiberaMente Liguria è riuscito, invece, a guidare le forze politiche su una posizione unanime. Abbiamo chiesto che la regione esprima formalmente e pubblicamente una posizione contraria al raid condotto il 14 aprile scorso da Stati Uniti, Inghilterra e Francia – dichiarano il capogruppo Pastorino e il consigliere Battistini, estensori dell’odg -. Ricordiamo, infatti, che l’articolo 11 della Costituzione ripudia la guerra come strumento di offesa e come mezzo per la risoluzione delle controversie internazionale. Lo stesso Congresso degli Stati Uniti ha messo in discussione la legittimità dell’ordine di attacco lanciato da Trump. Come abbiamo sottolineato nel nostro odg, è dello stesso avviso il leader laburista Jeremy Corbyn, che ha definito i raid “legalmente discutibili” precisando, tra l’atro, che le bombe non salvino vite e tantomeno esportino pace".
"Il dialogo fra diplomazie torni a essere protagonista, anzitutto nell’ambito della Nazioni Unite. La questione deve essere portata in conferenza Stato-Regioni: la Liguria chieda al Governo, attualmente in carica o di nuova nomina, che l’Italia assuma un ruolo chiave nel favorire il dialogo intersiriano, non aggiungendo confusione in uno scenario che rischia di esplodere - sottolineano Pastorino e Battistini -. Ricordiamo che ogni bombardamento non fa che produrre vittime innocenti, distruzioni, povertà, e come ultima conseguenza aumentare il numero di quanti sono costretti a fuggire dal proprio Paese, abbandonando famiglie, case ,lavoro e una vita serena".