Nella civiltà digitale la distruzione di un libro rappresenta ancora un sussulto emotivo. Oggi l'esigenza di smaltire materiale cartaceo "non più idoneo" è un fatto normalissimo. Ma la memoria dei roghi del passato ("dove si bruciano i libri si finisce per bruciare anche gli esseri umani") resta viva e, pur essendo giustificabile la decisione di spedire volumi in discarica, l'istinto è quello di storcere il naso. Significa, dopotutto, eliminare fisicamente il simbolo della cultura per eccellenza.
Nelle biblioteche è una pratica comune quella di destinare al macero i libri che non ce la fanno più. Sta succedendo, per esempio, alla Biblioteca Podestà di via Sacheri, nel Municipio della Bassa Val Bisagno.
Per l'ammodernamento del patrimonio bibliografico, è stata fatta una selezione ed è stato individuato il materiale obsoleto, quello che non è più in adeguate condizioni materiali. I libri considerati riutilizzabili saranno trasferiti in altre sedi.
Gli esemplari irrimediabilmente deteriorati, invece, saranno destinati al macero; praticamente saranno ritirati dall'Amiu e buttati nella raccolta differenziata.
Purtroppo nella biblioteca genovese, come in innumerevoli altre, ci sono libri "menomati"; non solo datati (anni Cinquanta o Sessanta), ma anche degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. La Commissione Scarichi del Sistema Bibliotecario Urbano, insieme al personale della struttura, non può fare altro che censirli e identificarli per lo smaltimento. Da Dostoevskij a Piero Angela, dalle enciclopedie alle antologie. C'è un po' di tutto.
Perché un libro dovrebbe finire nella "rumenta"? Perché mancano pagine, oppure è spaiato rispetto ad una serie. Perché è reso illeggibile da ripetute sottolineature e da annotazioni. Perché qualcuno lo ha letto mentre mangiava la focaccia e lo ha cosparso di macchie oleose. Perché ha una rilegatura irrimediabilmente compromessa. Oppure perché il passare del tempo lo reso fragile.
Del resto, finiscono per essere macerati anche gli invenduti delle librerie o quelli delle librerie costrette a chiudere i battenti, se non si trova qualcuno che li reinserisca sul mercato.
E' un sistema che consente la trasformazione dei libri in rifiuti. L'unica alternativa sarebbe quella di agevolare qualche interessato a recuperare gli "scarti" oppure metterli in vendita ad un prezzo simbolico, come accade in molte realtà statunitensi. Il perimetro degli interessati, però, è quello dei nostalgici e dei bibliofili.