Trasforma in arte il profumo, è considerata tra “le donne che fanno sognare”, l’ha voluta Ferragamo e il noto marchio Kartell per creare fragranze uniche e a breve il Salone del Mobile di Milano sarà pervaso dai suoi profumi.
Si tratta di Maria Candida Gentile, la ligure, di Sarzana, celebrata nel libro “Donne come noi”. Ma dal sottotitolo: “100 storie di italiane che hanno fatto cose straordinarie” (edito da Sperling), recentemente uscito in Italia. E in effetti la sua dote straordinaria di “naso”, unita a una storia di coraggio e forza, quelli di cui solo le donne sono capaci, l’hanno portata a essere una maître parfumeur non solo conosciuta a livello internazionale, ma definita come Guerlain negli anni Cinquanta del '900: colei che fa i profumi col cuore. E infatti solo grazie a una capacità connaturata e a una sensibilità fuori dal comune è possibile realizzare fragranze che diventano vere e proprie opere d’arte, composte esclusivamente da materie prime naturali estratte da piante, fiori e radici e nessuna molecola sintetica.
“Ho iniziato per una passione molto forte verso la sensorialità e l’emozione che si può provare attraverso l’olfatto – spiega - ma anche l’ascolto di un suono, perché sono molto portata alle sinestesie derivanti dall’approccio olfattivo e sensoriale. E come un pittore può interpretare il soggetto che ha davanti, così chi lavora con molecole profumate come me può lavorare con gli artisti. Quando sono con loro interpreto le emozioni attraverso le molecole”.
La differenza, infatti, la fa proprio questa modalità, tutta personale, di porsi davanti alle persone e agli odori che sente, unita agli studi intrapresi, che però non sono sufficienti. “Ci sono tanti modi per diventare un naso, anche chi ha studiato chimica e farmacia può farlo, ma per me non significa fare un deodorante o un profumo, c’è una ricerca dietro collegata a un mondo interiore – spiega Maria Candida - Si tratta di qualcosa che non si impara, ma che è una forma interiore che si sviluppa con la passione e l’esperienza personale. La scuola dà una base e poi ognuno di noi poi impara in base alle opportunità e agli incontri che si fanno anche con i docenti, che sono fondamentali. Io ho avuto la fortuna di avere maestri veramente grandi, da cui ho assorbito il metodo di insegnamento e il modo di essere, per la ricchezza della loro vita ed esperienza. Bisogna vedere se si è pronti a recepire con sensibilità particolare le cose che lasciano traccia nella tua vita”.
E la sua vita vorrebbe fosse esempio anche per le altre donne in difficoltà, per quelle che leggendo la sua biografia, al capitolo “Donne che fanno sognare”, potrebbero trovare una spinta interiore al cambiamento: “Mi fa molto piacere essere stata scelta, anche perché la mia storia può dare forza ad altre. È un messaggio di speranza per poter costruire qualcosa proprio nel momento in cui si hanno dei problemi gravi – conclude - Come è successo a me, quando a 32 anni ho deciso che avrei ripreso gli studi e intrapreso questo percorso. Avevo i figli piccoli, ero sola, in montagna, e non è stato facile, ma è stata una esperienza importante, che mi ha dato la possibilità di dare valore a quello che faccio. Per questo cerco di aiutare le persone in progetti di ricerca, come quello che sto seguendo da quattro anni gratuitamente, con i neurologi dell’Ospedale Alberoni di Venezia, lavorando sull’effetto emozionale che l’olfatto procura ai malati di Sla e Sclerosi multipla. Mi dà grande gioia e il confronto con i malati è per me un insegnamento”.