L'ultima predazione, in ordine di tempo, questa volta ha colpito l'azienda agricola biologica “Cascina Botta” di Dego, un'azienda sistemata con diversi ettari di cereali (grano, orzo, antiche qualità) e prati – pascoli; con un allevamento ovino da carne di qualità noto in zona per l'applicazione dei rigidi criteri previsti dal regolamento del benessere animale.
Un branco di lupi ha superato le recinzioni del pascolo aziendale attaccando il gregge determinando nel giro di pochi minuti l'abbattimento di tre capi (uno praticamente sbranato sul posto) ed il ferimento di altri due capi.
Queste predazioni dei lupi nell'entroterra savonese, stanno mettendo in discussione la normale consuetudine di lasciare liberi gli animali dalle stalle verso gli alpeggi o anche solo in recinti di pascolo sorvegliati.
La perdita dell'azienda è pari a 5 capi, infatti gli animali feriti dovranno essere abbattuti e resta a carico dell'azienda stessa l'obbligo di smaltire le carcasse degli animali vittime dell'attacco attraverso ditte specializzate che cureranno il trasporto e la termo – distruzione delle carcasse.
Il rimborso terrà conto degli animali uccisi a prezzi medi tralasciando ogni eventuale valore derivante dalla qualità e dai prezzi del periodo pasquale, i costi di smaltimento non sono rimborsabili. Anche il prezzo medio calcolato potrebbe poi non essere effettivamente pagato in quanto dovrà essere verificata l'effettiva disponibilità dei fondi a disposizione.
"E' evidente che questa situazione per i piccoli allevamenti sul territorio non sia più sostenibile, come diventa ingestibile aprire la stagione degli alpeggi o dei pascoli dati i rischi di aggressione - spiega Aldo Alberto, presidente di Cia Liguria -. Chiediamo risarcimenti delle predazioni zootecniche al 100% del danno subito, risarcimenti che tengano conto della qualità dei prodotti stessi, risarcimenti estesi anche ai costi della termo-distruzione delle carcasse, pagamenti più rapidi dei danni subiti".