- 12 aprile 2017, 15:45

Addio, Janira. I funerali nella chiesa di San Biagio a Finalborgo

L'estremo saluto a una giovane vita spezzata troppo presto per colpa di un amore malato

Foto di Simone Ferraro

Si sono svolti oggi alle 15, nella chiesa di San Biagio in Finalborgo, i funerali di Janira D’Amato, la ragazza quasi ventenne trucidata con 50 coltellate da Alessio Alamia Burastero.

Una tragica vicenda di amore malato e gelosia che ha avuto inizio poche settimane fa: lei descritta da tutti come una ragazza semplice e buona d’animo, impegnata nel volontariato e diplomata con successo all’Istituto Alberghiero “Migliorini” di Finale Ligure. Lui con una complicata storia familiare alle spalle, la maggior parte della vita trascorsa con la nonna e tanta voglia di riscattarsi.

“Passavano tutti i giorni, compravano un thé freddo da bere insieme e salivano sull’autobus; una tenera coppia di ragazzi come tante, nessun segnale che lasciasse presagire una tragedia”, ci raccontano i titolari dello storico Bar Sati di Pietra Ligure. Poi, di colpo, la crisi: lui diventa sempre più possessivo, lei cerca di staccarsi. Lui dedica su Facebook le sue poesie alla sua “J”, quasi volesse urlare al mondo la sua disperazione.

Dopo la rottura, lui la chiama nell’appartamento di piazzetta Canonico Morelli, sulle rive del torrente Maremola a Pietra Ligure, dove era tornato a vivere con la madre. La scusa è quella di fare riprendere a Janira le sue cose, ma in realtà è dalle prime ore di quel pomeriggio che lui ha con sé in tasca un coltello di sopravvivenza, di quelli “da Rambo”.

Janira arriva verso le 19.30 di venerdì 7 aprile e dopo pochi istanti scatta la furia omicida, cinquanta coltellate sferrate con violenza. Alessio si ripulisce del sangue, esce e inizia a vagare per Pietra Ligure in preda al panico. In un ulteriore gesto insensato prende con sé il cellulare della ragazza. Il padre la chiama, vuole sapere come mai non è ancora rientrata per cena: lui risponde evasivamente che lei sta tornando a casa ma si è dimenticata il telefono da lui. Una tesi che non convince i genitori di lei. Intanto Alessio, dopo un’ora circa trascorsa meditando sul da farsi, va a sfogarsi dalla nonna a Loano. Lei lo convince a costituirsi e un vicino lo accompagna dai Carabinieri. Alamia Burastero confessa tutto.

All’udienza preliminare svoltasi lunedì 10 aprile in tribunale a Savona, però, Alessio non se la sente di rivivere ancora una volta quei tragici momenti e fa scena muta.

Ieri sera, martedì 11 aprile, una fiaccolata silenziosa ha attraversato le vie di Finale Ligure, dalla Marina al Borgo, raccogliendo migliaia di persone: associazioni di volontariato, boy scout, movimenti antiviolenza, autorità civili, militari e religiose provenienti da tutta la provincia.

E oggi, a San Biagio, l’estremo saluto a una giovane vita spezzata troppo presto.

Redazione