- 29 marzo 2013, 14:44

"L'AIA concessa a Tirreno Power è illecita"

Dura presa di posizione della Rete savonese "Fermiamo il carbone" nel suo ricorso contro la centrale

La sala durante la teleconferenza

"I valori di emissione concessi sono da 1,7 a 17 volte superiori ai limiti di legge".
Questo, in estrema sintesi, il nodo focale del ricorso presentato dalla Rete savonese "Fermiamo il Carbone", insieme con WWF, Greenpeace e Legambiente, contro l'Autorizzazione Integrata Ambientale concessa a Tirreno Power dal Ministero lo scorso 5 gennaio.

All'interno della Ubik di Savona, davanti a molti attivisti e semplici cittadini, la Rete ha presentato nel dettaglio il contenuto del ricorso presentato al TAR del Lazio. Un documento articolato in 14 punti, illustrati in collegamento skype dai periti e dai legali che lo hanno redatto.

L'Autorizzazione Integrata Ambientale, o AIA, ha lo scopo di perseguire la riduzione dell'inquinamento attraverso l'applicazione delle migliori tecnologie. E' una autorizzazione all’esercizio "integrata" nel senso che nelle relative valutazioni tecniche sono considerate congiuntamente tutte le diverse linee di impatto sull’ambiente dell'attività da autorizzare, nonché tutte le condizioni di vita dell’impianto (non solo a regime, ma anche nei periodi transitori e in fase di dismissione) perseguendo una prestazione ambientale ottimale.

Gianfranco Gervino, di UNITIPERLASALUTE, dichiara: "Nell'AIA concessa a Tirreno Power a nostro avviso emergono discrepanze clamorose. Come si può ben vedere nella relazione tecnica del dott. Stevanin, sono molti i parametri che non rientrano assolutamente nei limiti  previsti con l'applicazione delle MTD (Migliori Tecniche Disponibili): ci chiediamo quindi come sia stato possibile concederla in questi termini". 

L'accusa principale è mossa proprio a uno dei punti chiave di un'AIA: l'applicazione delle "migliori tecnologie". Un grafico redatto dai periti illustra visivamente la situazione ritratta nel ricorso: le aree verdi sono quelle in cui effettivamente vengono applicate le tecnologie più efficaci, le parti in rosso ne denunciano invece la mancata applicazione.

Spiega Gervino: "Specialmente per gli ossidi di zolfo e il monossido di carbonio sono state autorizzate con valori superiori alle prestazioni previste con l'applicazione delle MTD".

Molte le lacune che i periti avrebbero individuato: "la più evidente è che per il nuovo gruppo da 460 megawatt l'emissione specifica di monossido di carbonio autorizzata è di 120mg/mc quando il range europeo prevede da 30 a 50 mg. E questo pur in presenza di due vecchi gruppi con valori superiori alle prestazioni previste con l'applicazione delle MTD". Inoltre l'AIA autorizza per la prima volta Tirreno Power anche all'utilizzo di olio combustibile, così come riportato nel ricorso "nel passaggio tra la domanda originaria di AIA del 2007, in cui non si era richiesto di essere autorizzati all'utilizzo di alcun quantitativo di olio combustibile, all'integrazione del 2012 in cui viene richiesto ed autorizzato un quantitativo di olio di ben 1.226.400 tonnellate (VL3 e VL4 )assistiamo  ad una decisiva e sostanziale mutatio". Sotto accusa anche i punti di scarico delle acque inquinanti: le emissioni in acqua sarebbero più elevate rispetto ai parametri europei.

Rete furibonda infine per la "mancata trasparenza" imputata non solo al Ministero, ma anche a Regione e Provincia: "ci hanno negato i documenti propedeutici, costringendoci ad effettuare il ricorso solo dopo la concessione dell'AIA. E' una cosa che dovrebbe essere prevista dalle normative italiane ed europee".

Ecco il video della conferenza stampa

Un estratto dal ricorso

Andrea Chiovelli