Eccone il testo in allegato:
-Considerata la grande rilevanza che di recente sta assumendo la questione dell’inquinamento da arsenico nell’acqua potabile che esce dai rubinetti di moltissimi comuni italiani, ad ora esattamente 128;
-Viste in particolare le elevate concentrazioni di arsenico riscontrate nelle acque dei pozzi di diversi comuni del Lazio, Toscana, Umbria e Lombardia, con valori rilevati spesso superiori a 50 microngrammi su litro;
-Dato che il valore limite (massimo) di arsenico ammesso dalla Direttiva europea è di 10 microngrammi su litro, stabilito nel lontano 1998, lo stesso fissato dalle linee guida O.M.S.;
-Considerato che la Commissione europea ha recentemente negato l’ennesima, dal 2004 in poi, richiesta di proroga da parte dell’Italia riguardo l’osservanza di tali limiti legali, e quindi non le ha concesso l’esenzione, mentre quasi tutti gli altri stati europei si sono adeguati già entro quello stesso anno;
-Dato che evidenze scientifiche provenienti da studi epidemiologici indicano che l’assunzione di elevate concentrazioni di arsenico attraverso l’acqua potabile è associata allo sviluppo di tumori, riguardanti in particolare la cute, la vescica e il polmone e che minori concentrazioni risultano ugualmente lesive per i bambini;
-Poiché l’O.M.S. considera che le tecniche attuali di trattamento delle acque dovrebbero consentire di raggiungere livelli di arsenico di soli 5 microngrammi/litro, corrispondenti quindi alla metà del valore limite delle linee guida;
-Considerato che nella nostra provincia non è dato, almeno finora, di conoscere i risultati delle analisi chimico-fisiche delle acque dei pozzi e degli acquedotti;
-Visto e considerato che non solo il terreno di origine vulcanica, presente ad esempio in diverse zone del Lazio, ma non nella nostra provincia, ma anche il carbone, qui presente invece in quantità elevate, è particolarmente ricco di arsenico, e che quindi vi sono evidenti rischi sia per i lavoratori della filiera del carbone che per i cittadini residenti nei pressi dei carbonili, ma pure per tutti coloro che vivono nei pressi,e non, di centrali a carbone e di cokerie, le cui emissioni in aria raggiungono diversi chilometri di distanza, andando a contaminare le acque piovane, e quindi quelle del suolo;
-Dato che la centrale termoelettrica a carbone Tirreno Power è situata alla periferia dei comuni di Vado e Quiliano, mentre l’Italiana Coke in quella di Cairo;
Il sottoscritto consigliere Caviglione Marco domanda alla giunta provinciale:
-se è al corrente, come dovrebbe essere, delle analisi chimico-fisiche delle acque potabili gestite dai servizi idrici presenti nel territorio provinciale;
-in caso affermativo, se intenda,come auspicabile dallo scrivente, pubblicizzare questi dati a vantaggio dei cittadini, molti dei quali, non sentendosi abbastanza tutelati per la sicurezza della loro salute, potrebbero essere, se già non lo sono stati, indotti a cambiare le loro abitudini ricorrendo all’uso di acque minerali;
-in caso malaugurato di eccedenza dei limiti in qualche analisi, quali provvedimenti intenda intraprendere, sia per ricondurre alla normalità i livelli di arsenico in eccesso che per rimuovere, se individuata, l’eventuale causa della loro presenza."