- 26 novembre 2012, 19:54

Dopo vent'anni di intrallazzi, carte false, giornalisti comprati, politici eletti ad hoc, inquinamento, malattie, morte; l'Ilva chiude. Era ora

Una rete opaca di complicità tra la politica locale e nazionale, spunta il nome di Nikcy Vendola. Pressioni aull'ARPAL e sui giornalisti. Dalle intercettazioni: "due tumori all'anno... una minchiata". Indagato il prefetto Ferrante. Clini incredibilmente la difende con l'AIA che non vale e non serve a niente, se non a lasciar inquinare chi inquina. E a Savona? E A Cairo?

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/lecce/notizie/cronaca/2012/26-novembre-2012/ilva-chiudiamo-area-freddo5mila-operai-casa-disattivati-badge-2112893887210.shtml

LA RABBIA MONTA ANCHE A GENOVA - La situazione venutasi a creare all'Ilva di Taranto rischia di portare alla chiusura anche gli stabilimenti di Genova, dove lavorano 1.760 persone. Lo ha sottolineato il segretario della Fiom di Genova, Francesco Grondona. «Senza Taranto, Genova ha un'autonomia di quattro giorni - ha spiegato Grondona -. Aspettiamo per capire meglio quanto sta accadendo, ma una cosa è certa: non saremo gli agnelli sacrificali di nessuno. Siamo contrari a qualsiasi ipotesi di chiusura. Se così fosse, allora muoia Sansone con tutti i filistei». Nel frattempo, Genova si accinge a vedere in piazza domani, in occasione dello sciopero unitario dei metalmeccanici, un corteo dei lavoratori di Ansaldo Energia. Raggiungeranno la sede del Consiglio regionale, dove è prevista una riunione straordinaria congiunta dei Consigli Comunale e Regionale.

LA NOTA DELL'AZIENDA: «NON INQUINIAMO» - L'Ilva, in una nota, dice che il sequestro della produzione disposto dalla magistratura «comporterà in modo immediato e ineluttabile l'impossibilità di commercializzare i prodotti e, per conseguenza, la cessazione di ogni attività nonchè la chiusura dello stabilimento di Taranto e di tutti gli stabilimenti del gruppo che dipendono, per la propria attività, dalle forniture dello stabilimento di Taranto». Poi ribadisce l'assoluta regolarità delle autorizzazioni e dell'impatto produzione-ambiente. «Per chiunque fosse interessato - conclude la nota - l'Ilva mette a disposizione sul proprio sito le consulenze, redatte da i maggiori esponenti della comunità scientifica nazionale e internazionale, le quali attestano la piena conformità delle emissioni dello stabilimento di Taranto ai limiti e alle prescrizioni di legge, ai regolamenti e alle autorizzazioni ministeriali, nonché l’assenza di un pericolo per la salute pubblica. Ilva ribadisce con forza l’assoluta inconsistenza di qualsiasi eccesso di mortalità ascrivibile alla propria attività industriale, così come le consulenze epidemiologiche sopraccitate inequivocabilmente attestano».

Gino Martina - Corriere della Sera

 

 

SN