In una sala delle Azzarie se possibile più gremita che la settimana scorsa si è svolto il secondo incontro di edilizia partecipata nell'ambito del progetto Laboratoriourbano.sv (che non è un sito).
Questa volta oltre ai tecnici dell'impresa proponente e ai molti abitanti della zona erano presenti numerosi esperti, diversi consiglieri comunali, il neo vicesindaco Di Tullio e due assessori Lugaro e Costantino.
La settimana di riflessione sembra non aver giovato ai proponenti che si presentano, se possibile, ancor meno preparati della volta scorsa, e nonostante gli aiuti del moderatore che abbandona spesso la neutralità per correre in loro soccorso, non riescono minimamente a mitigare il parere contrario della maggior parte degli intervenuti. Se la settimana scorsa, infatti, la platea si era divisa in miniera più o meno equanime tra favorevoli e contrari, ieri la voce dei favorevoli è parsa decisamente flebile di fronte agli oggettivi argomenti portati a sfavore del progetto.
Il vicesindaco Di Tullio, nella sua lunga chiosa dichiara:
“Come amministratori abbiamo scelto di valutare con il piano casa solo progetti con ricadute pubbliche interessanti”.
Non sembra questo il caso, visto il parere contrario se non allarmato degli abitanti della zona e dei numerosi tecnici presenti, i quali sostengono che l'intervento non servirebbe a risolvere il problema di sicurezza manifestato al primo incontro né per quanto riguarda lo straripamento del Letimbro e del rio Pizzuta, né per l'accessibilità dei mezzi di soccorso, il nuovo ponte infatti avrebbe un inclinazione inopportuna e si stringerebbe immediatamente dopo lo sbocco sulla piazzetta di Riborgo.
“Un intervento in quella zona”, tuona l'ing. Filippi ex Assessore della Provincia di Savona, “rischia di mettere in pericolo l'intero equilibrio della valle. Inoltre nella zona scelta per l'insediamento c'è un alto rischio di smottamenti.”
“Si è parlato di sicurezza”, gli fa eco l'ing. Macco, "ma costruire quindici nuove abitazioni in una zona non raggiungibile dai mezzi di soccorso, non farebbe che mettere in pericolo altre quindici famiglie, non migliorando, anzi peggiorando, la situazione di viabilità di Riborgo".
Il pubblico applaude.
“Nella valle del Santuario” insiste Di Tullio. “da dieci anni c'è più o meno un numero costante di abitanti, circa un migliaio, anche l'asilo ha sempre lo stesso numero di bambini. È necessario incentivare il ripopolamento. Non vorremmo che un eventuale calo della popolazione ci porti a dover tagliare i servizi".
Brusio tra i presenti, ad alcuni pare un ricatto.
L'ing. Luigi Macco la pensa diversamente.
“La protezione civile” dice “ritiene che il limite abitativo della valle sia già raggiunto. Non è possibile pensare di portare nuovi insediamenti senza prima risolvere il problema idrico e di viabilità dell'intera zona”.
Il meglio lo danno Angelo Core ed Ester Manitto, i proponenti, forse frustrati dal clima ostile, sull'argomento della difesa del paesaggio.
“Quell'area è inaccessibile” - dice Core - “il nostro intervento la renderà nuovamente fruibile”.
Peccato che poi ci costruiate sopra quindici villette, ribatte qualcuno.
“Sfido chiunque a partire con la zappa in spalla e coltivare quella terra” - attacca la Manitto, magari troppo assuefatta alla vita di città. “Se qualcuno ci vuol provare gli cedo la terra, ma poi voglio mangiare il pane che ci verrà prodotto”.
Molti dei presenti, alcuni dei quali contadini, si sentono offesi dal tono dell'intervento. Forse giustamente.
Non ci resta che aspettare il parere della giunta.
Nell'attesta ecco una domanda che serpeggiava tra il pubblico: perché il filmato dello scorso incontro che l'assessore Lugaro aveva promesso di pubblicare sul sito Savona Partecipa, già martedì, non è ancora comparso?