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| 25 luglio 2012, 19:29

Il termoelettrico piange: a rischio 15.000 MegaWatt

Si acuisce la crisi del settore termoelettrico italiano, schiacciato tra consumi deboli, sovracapcità e "concorrenza" delle rinnovabili. Perchè l'energia meno rinnovabile è, più rende a chi la produce

Il termoelettrico piange: a rischio 15.000 MegaWatt

 In un incontro con i sindacati confederali di settore il management Edison ha confermato la condizione di sofferenza del settore per i nuovi impianti a ciclo combinato.

Figuriamoci gli altri.

L'avrebbero scritto i sindacati di categoria al povero Passera, che ha provato a risolvere la crisi accendendo tutte le lampadine di casa; con scarsi risultati.

E che dire del poverissimo Massimo Orlandi, AD di Sor Genia che dichiara che sono a rischio 15.000 MegaWatt durante l'audizione di Energia Concorrente in commissione Industria al Senato. "Gli incentivi alle Fer costano 6 volte i servizi di bilanciamento" dice.

Solo che adesso che si è fatto costruire un tot di centrali gli tocca pagare i fornitori e magari tenersi l'inutile corrente.

Nel 2013 c'è il rischio che 19 impianti a ciclo combinato, pari a 15.000 MW, siano “messi in conservazione” per via dei margini operativi negativi (non in grado di coprire i costi), con il conseguente rischio per il bilanciamento del sistema e la crescita dei prezzi elettrici a causa della progressiva concentrazione dell'offerta.

Chissà che la conservazione non interessi anche la salute della popolazione.

Arrivederci.


 

 

sq / sn

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