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| 10 luglio 2012, 10:44

Boscaccio, ampliamento discarica: i rischi in una perizia geologica. Sito non conforme?

Rocce fratturate e permeabili attraverso i quali il percolato potrebbe... percolare. Pericolo per pozzi e sorgenti? "Anche una eventuale impermeabilizzazione del fondo della discarica non potrebbe garantire l'integrità delle falde acquifere nell'ipotesi di infiltrazioni incontrollate di fluidi contaminanti (...) In definitiva, sulla base dell'insieme dei dati esposti si evince con chiarezza che il sito proposto sia da considerare, dal punto di vista geologico - ambientale, non idoneo per la realizzazione di una discarica di rifiuti non pericolosi"

Boscaccio, ampliamento discarica: i rischi in una perizia geologica. Sito non conforme?

Questo il testo del documento che siamo in grado di proporvi

"Oggetto: Procedura per l'Autorizzazione - Valutazione Impatto Ambientale relativo al progetto di ampliamento della discarica di rifiuti non pericolosi in Comune di Vado Ligure (SV) - località Boscaccio.

Osservazioni circa la situazione idro - geologica del sito e di un suo congruo intorno.

"Dalla relazione geologica del Progetto viene rilevato che l'immediato intorno del sito su cui dovrebbe sorgere l'ampliamento della discarica (a soli 10 m!) è interessato da fenomeni carsici, come, peraltro, confermato dalla cartografia tematica della Regione Liguria.

La stessa relazione e, soprattutto, i rilevamenti in sito evidenziano un assetto strutturale piuttosto complesso ed importante con presenza di movimenti compressivi, oltre alla presenza di frequenti fratture, le quali sono vie preferenziali per fenomeni di percolazione.

La circolazione idrica sotterranea avviene quindi localmente per direzioni preferenziali di deflusso, rappresentate dalle canalizzazioni carsiche ipogee (canali sotterranei, ndr) interconesse al ben sviluppato sistema di fatturazione presente nell'immediato intorno del sito d'ampliamento.

L'acquifero locale è quindi fortemente anisotropo, con permeabilità legata esclusivamente alla fatturazione dell'ammasso roccioso. I locali circuiti carsici possono rappresentare certamente percorsi di rapida infiltrazione.

L'assetto idrogeologico, nonché quello geomorfologico dei luoghi risulterà fortemente modificato dalla realizzazione dell'impianto.

La formazione litologica presente in affioramento e nel sottosuolo dell'area esaminata, è dotata di una permeabilità, per fratturazione e carsismo, a tratti molto elevata, potendo costituire nella zona un importante acquifero profondo.

Nelle grandi linee, la circolazione idrica sotterranea può essere schematizzata nel modo seguente:

alla sommità dei rilievi una porzione notevole delle acque di scorrimento riesce a penetrare nel sottosuolo attraverso le numerose fessure e gli inghiottitoi che caratterizzano le rocce in affioramento, muovendosi poi nell'ammasso roccioso con un percorso prevalentemente verticale attraverso un reticolo carsico variamente configurato e distribuito al suo interno, fino a confluire nella falda "di base".

Sullo sviluppo e sulla distribuzione dei condotti carsici nel sottosuolo, ad eccezione di alcune grotte conosciute, non si hanno informazioni sicure.
In linea generale, per analogia con altri distretti carsici più noti, è da ritenere che la circolazione idrica nel sottosuolo si concentri in singole vie preferenziali (fessure, condotti) che mettono in comunicazione tra loro cavità e "camere" di varia ampiezza, probabilmente in qualche caso collegate tramite percorsi a sifone.

La falda "di base" alimenta una serie di sorgenti localizzate anche a significativa distanza dal sito in oggetto. In un vasto intorno sono segnalate importanti sorgenti che complessivamente hanno portate massime di alcuni m3/s.

Sulla base delle caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche del settore di territorio esaminato, sopra descritte, si può affermare che eventuali infiltrazioni di fluidi contaminanti nel terreno si immetterebbero nel sistema di condotti carsici presenti nel sottosuolo e raggiungerebbero, in tempi molto rapidi, le acque dell'importante falda profonda.

Tenuto conto delle sorgenti connesse ai circuiti idrici ipogei, anche non prossime al sito in esame, nonché delle caratteristiche carsiche della zona, anche una eventuale impermeabilizzazione del fondo della discarica non potrebbe garantire l'integrità delle falde acquifere nell'ipotesi di infiltrazioni incontrollate di fluidi contaminanti.

I tempi di infiltrazione nel sottosuolo sarebbero infatti così rapidi da non permettere l'esplicarsi dei fenomeni di "autodepurazione" normalmente svolti dai terreni per i processi di scambio cationico.

In definitiva, sulla base dell'insieme dei dati esposti si evince con chiarezza che il sito proposto sia da considerare, dal punto di vista geologico - ambientale, non idoneo per la realizzazione di una discarica di rifiuti non pericolosi e in evidente contrasto con le normative vigenti nel campo della tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.

In particolare, le caratteristiche geomorfologiche e idrogeologiche del territorio non risultano conformi con i requisiti elencati nella legislazione regionale, nazionale e nelle Direttive dell'Unione Europea.

Le indagini finora effettuate evidenziano che l'area individuata non è da ritenersi idonea, in termini geologici ed ambientali, per la realizzazione di una discarica di materiali inquinanti. Questa infatti non presenta caratteristiche di stabilità idro - geomorfologica in grado di garantire un'adeguata sicurezza ambientale a scala decennale e, tanto meno, a scala plurisecolare.

Si deve sempre tenere presente che le discariche rappresentano "nuovi giacimenti geologici inquinanti" per le quali deve essere assolutamente garantita la sicurezza ambientale dei siti a scala plurisecolare.

Le condizioni idro - geologiche dell'area individuata non sono assolutamente in grado di offrire sicurezza all'ambiente ubicato a valle del previsto impianto che potrebbe essere interessato dal rilascio di sostanze inquinanti, come si può verificare anche solamente dalle carte tematiche regionali.

Pertanto, alla luce di quanto sopra, la presenza a confine e, forse, non solo, del sito d'intervento di aree carsiche è certamente un fattore escludente l'area in oggetto come sede di impianto di interramento controllato di rifiuti non pericolosi ai sensi della vigente normativa nazionale e regionale in materia di impianti di smaltimento rifiuti."

mpm

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