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| 01 dicembre 2011, 13:01

Ferrania Ecologia: l’azienda risponde alle sei principali domande poste dalle associazioni ambientaliste della Valle Bormida

Ci scusiamo con i nostri Lettori per esserci letteralmente dimenticati delle "risposte" di Ferrania Ecologia redatte dall'agenzia ChiappeRevello, a proposito delle sei domande poste a suo tempo dai comitati. Colpisce, specialmente al punto 4, come la Ferrania Ecologia, una piccola srl, pare parlare a nome dell'amministrazione comunale, come colpisce del resto che il Comune di Cairo glielo permetta. O forse no...

Ferrania Ecologia: l’azienda risponde alle sei principali domande poste dalle associazioni ambientaliste della Valle Bormida

Avviso ai lettori: questo scritto è stato elaborato in nome e per condo del soggetto economico che propone l'opera stessa.

Nel consueto obiettivo di trasparenza e dialogo con il territorio, Ferrania Ecologia intende fornire risposte e precisazioni puntuali alle nuove richieste di delucidazioni che sono emerse sul progetto relativo all’impianto per il trattamento dei rifiuti organici biodegradabili da raccolta differenziata.

Per tale ragione Ferrania Ecologia coglie l’occasione offerta dalle sei domande poste dal Comitato Ambiente Salute Valbormida insieme ad ARE Valbormida, Associazione Progetto Vita Ambiente e Circolo Legambiente di Cairo Montenotte e oggetto delle tre assemblee pubbliche che si sono tenute giovedì 3 novembre a Ferrania, giovedì 10 novembre a Carcare e venerdì 18 a Cairo, per offrire, anche a beneficio di altre e future occasioni di costruttivo dibattito pubblico, una risposta possibilmente chiara e auspicalmente definitiva agli interrogativi proposti all’attenzione della cittadinanza.

Ulteriori approfondimenti saranno disponibili anche sul sito web di Ferrania Ecologia (www.ferraniaecologia.com), che verrà attivato a breve.

Domande e risposte

Perché si vuole costruire un biodigestore da 90.000 tonnellate, che potrà smaltire il doppio dei rifiuti umidi urbani prodotti in tutta la Provincia di Savona?

Non è prevista la realizzazione di un biodigestore da 90.000 t/anno. Ferrania Ecologia ha presentato istanza di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di trattamento di rifiuti organici biodegradabili della capacità totale di 45.000 t/anno che prevede una fase principale di trattamento per biodigestione anaerobica (con capacità pari a 30.000 t/anno) e successivo avvio al compostaggio con strutturante verde e compostabile (ulteriori 15.000 t/anno) per la produzione di compost di qualità. Il biodigestore avrà quindi una capacità pari a 30.000 t/anno, inferiore al fabbisogno potenziale del trattamento dei rifiuti umidi urbani dell’intera provincia di Savona.

 

Il Biodigestore, una volta costruito, sarà associato ad uno o più impianti di gassificazione della frazione secca del rifiuti urbani, come recentemente dichiarato dall’Assessore Provinciale Paolo Marson?

Assolutamente no. L’impianto tratta il rifiuto organico biodegradabile proveniente da raccolta differenziata. La frazione secca, presente come parte estranea del rifiuto in ingresso, a valle della fase di selezione e separazione sarà costituita da quantitativi modesti, circa 1.500 t/anno, per i quali è previsto il conferimento presso la discarica di Boscaccio (Vado), gestita da Ecosavona.

 

Perché la proprietà delle aree Ferrania non ha rinunciato alla costruzione della centrale a biomassa che sorgerà a fianco del biodigestore?

Ferrania Ecologia non è Ferrania Technologies, proprietaria delle aree del sito di Ferrania, ma è una realtà autonoma e non può quindi rispondere a questa domanda. E’ noto però che la centrale a biomasse fa parte del piano industriale 2009-2013 di Ferrania Technologies, piano che è attualmente in fase di revisione e aggiornamento per includere anche le nuove iniziative, tra le quali il progetto di Ferrania Ecologia sulla quale, insieme al socio FG Riciclaggi, Ferrania Technologies è fortemente impegnata. Per la centrale a biomasse, Ferrania Technologies ci ha confermato che, mancando ancora i titoli autorizzativi definitivi e non potendo ovviamente rinunciare a ciò che non ha ancora ottenuto, l'iniziativa è sospesa in attesa del giudizio definitivo del Consiglio di Stato a valle della quale, chiariti nel merito gli aspetti autorizzativi, verranno fatte valutazioni puntuali. I due progetti comunque sono completamente autonomi ed indipendenti uno dall’altro.

 

Per quale motivo l’Amministrazione di Cairo Montenotte vuole affidare la costruzione del biodigestore ad un gruppo di imprenditori, quando solo pochi mesi fa più di 6.000 cittadini cairesi si sono espressi a favore della gestione pubblica dell’acqua e dei beni comuni? Dare il monopolio della gestione dei rifiuti ai privati non è un rischio per quanto riguarda tariffe e gestione sostenibile dei processi di smaltimento?

Il progetto non prevede che l'Amministrazione Comunale di Cairo Montenotte affidi ad un gruppo di imprenditori la costruzione dell’impianto. Ferrania Ecologia nasce da una libera ed autonoma iniziativa di imprenditori privati del territorio. L’iniziativa ha positivamente trovato il preliminare consenso di tutte le amministrazioni locali di riferimento ma potrà essere finalizzata solo se autorizzata nel rispetto delle leggi e le norme vigenti da tutti il livelli amministrativi coinvolti nel processo concertativo avviato presso lo Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP) della Provincia di Savona (Conferenza dei Servizi, con il coinvolgimento di Regione Liguria, Provincia di Savona, Comune di Cairo ed altri Enti). Dal confronto con le Amministrazioni dell' Ambito Territoriale Ottimale (ATO) della Provincia di Savona verrà definito il quadro gestionale e tariffario nell'interesse pubblico (come previsto dalla legge, sarà soggetto ad approvazioni del potere politico, e cioè le giunte comunali, o degli organi di rappresentanze democratica, e cioè i consigli comunali).

 

Il biodigestore darà lavoro al massimo ad 8 addetti ed occuperà 40.000 mq di aree verdi, cementificando ulteriormente il territorio. Che fine ha fatto il piano di reindustrializzazione delle aree Ferrania che ha permesso alla proprietà di acquisire il sito per un prezzo simbolico molto inferiore al suo valore reale?

Il progetto presentato da Ferrania Ecologia prevede l’occupazione di un’area pari a 25.000 m2 (circa il 5% del totale delle aree pari a circa 500.000m2) e contribuisce con una occupazione diretta per 8 unità, più l’indotto nei settori della gestione del ciclo integrato e della manutenzione impiantistica, senza alcun tipo di assorbimento di risorse attualmente già impiegate da FG Riciclaggi.

L’iniziativa si inserisce a pieno titolo tra quelle promosse nell’ambito della riconversione industriale ed occupazionale del sito di Ferrania nel filone delle tecnologie per le energie rinnovabili e la sostenibilità ambientale, alla base del piano industriale 2009-2013 di Ferrania Technologies. E’ noto che tale piano prevede il progressivo recupero e il completo utilizzo di tutte le aree a vocazione industriale del compendio acquisito nel 2005. Le iniziative sino ad ora realizzate (produzione pannelli nella Nuova Fabbrica Fotovoltaica di Ferrania Solis, con importanti interventi di bonifica e recupero di edifici già esistenti, e avvio della produzione di principi attivi farmaceutici con la neonata Ferrania Farma) insieme a quelle recentemente annunciate (progetto della Cartiera di Ferrania, in area ex Maneggio La Marcella), confermano che il piano è in corso di attuazione.

 

Quali effetti potranno avere sulla qualità dell’aria le decine di camion che ogni giorno trasporteranno rifiuti da tutta la Provincia e da quelle limitrofe e le emissioni derivanti dalla combustione del biogas prodotto dal biodigestore?

Ferrania Ecologia ha elaborato uno studio di impatto ambientale (SIA) che sarà alla base della valutazione di impatto ambientale (VIA) da parte della Regione Liguria. Il processo di Conferenza dei Servizi, volto a un esame contestuale e concertato dei vari interessi pubblici coinvolti nel procedimento amministrativo inerente all’autorizzazione, per potersi positivamente concludere, riterrà condizione necessaria il parere favorevole sulla valutazione dell’impatto ambientale (VIA) da parte del CTR (Comitato Tecnico Regionale per il territorio) - sezione per la VIA della Regione Liguria, cui seguirà delibera definitiva della Giunta Regionale. In particolare con riferimento agli specifici punti di attenzione sollevati, lo studio di impatto ambientale (SIA):

  • per quanto riguarda l’aumento del traffico veicolare indotto dall’impianto, oggetto di VIA da parte della Regione Liguria, è basato su previsioni di un totale di 53 accessi al giorno (41 veicoli da 5t e 12 autovetture), in un contesto dove l’area in questione è facilmente raggiungibile da qualunque punto della Provincia grazie alla rete stradale e ad agevoli collegamenti autostradali, ivi incluso il previsto collegamento con la programmata variante del Ponte della Volta che collegherà direttamente il casello autostradale di Altare alle aree industriali di Ferrania evitando i centri abitati.

  • per quanto riguarda le emissioni derivanti dalla combustione del biogas, anch’esse oggetto di VIA da parte della Regione Liguria, è basato sull’utilizzo per motori di cogenerazione ciclo otto utilizzati per il trascinamento dei generatori elettrici delle migliori tecnologie di combustione e dei più moderni sistemi di controllo, che presentano indicatori di gran lunga inferiori a quelli delle più moderne auto Euro 5.

A livello di impatto ambientale complessivo, l’ effetto netto è comunque positivo, sia in termini di emissioni sia in termini di consumo del territorio. Infatti:

  • L’impianto è virtuoso in quanto, per funzionare, assorbe una minima parte dell’energia che esso stesso produce (quantificabile in meno del 18% dell’energia elettrica e meno del 10% dell’energia termica prodotte) generando quindi un surplus di energia elettrica e termica da distribuire in rete: la messa a disposizione in rete di tale energia, ottenuta da fonti rinnovabili, dà origine ad un risparmio di fonti fossili in quantità energeticamente equivalenti e quindi ad una diminuzione delle emissioni in atmosfera di CO2, responsabili dell’effetto serra.

  • Inoltre, rispetto alle tradizionali operazioni di smaltimento in discarica, il biogas prodotto è recuperato integralmente, senza dispersioni in atmosfera anch’esse responsabili dell’effetto serra, e non vengono erosi volumi utili per la messa a dimora finale di rifiuti che, viceversa non sono recuperabili.

Com. Ufficio Stampa Ferrania Ecologia

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