- 07 ottobre 2011, 08:38

Casello Albamare: la servitù imposta dal porto di Savona

Al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti della Repubblica Italiana

Al procuratore della Repubblica di Savona

Al sindaco della città di Savona

Al sindaco della città di Albissola Marina

Al sindaco della città di Albisola Superiore

vi scrivo in merito ad una questione di particolare importanza per le città del comprensorio Savonese: la servitù che il porto di Savona impone all'area compresa tra i caselli autostradali di Albisola e quello di Savona-Vado. 

In questa area sono comprese la città di Savona, Albissola Marina ed Albisola Superiore. La servitù consiste nell'usare in modo non compatibile con la vivibilità urbana strade cittadine, in particolar modo verso il casello di Albisola. Autotreni ed autobus ed auto (nel porto di Savona si hanno attività merci e passeggeri, crociere e traghetti): i mezzi pesanti sono molto impattanti sia come rumori, che come vibrazioni, che come gas di scarico già dalle prime ore del mattino.

Le navi da crociera attraccate in porto non sono allacciate alle rete elettrica: usano i propri motori per produrre energia da combustibili poco costosi ma altamente inquinanti, con una potenza di circa 40 Mwt per nave. Producono inquinamento gassoso ma anche vibrazioni che si irradiano nel circondario.

L'ente porto ha presentato un progetto di connessione tra il porto e la costruenda Aureli-bis attraverso aree urbane centrali di Savona (Priamar, piscina, corso Ricci) assolutamente incompatibili con la vita cittadina: anzi ha già realizzato una piattaforma di svincolo in mare di 600*100 metri.

Sempre l'ente porto ha realizzato una nuova stazione di scarico carbone connessa tramite tunnel sottomarino alla esistente linea di trasporto su vagoncini verso Cairo Montenotte, solo che questa nuova opera risulta essere fuori di norme che finora ne hanno impedito il suo collaudo e messa in opera.

Il tunnel già all'inizio della costruzione non rispettava due direttive europee, la n° 9 del 1994, meglio conosciuta come «Atex» (Atmosfere Explosion) e la n° 92 del 1999: la prima impone l'adeguamento a norma degli impianti e delle apparecchiature destinate ad essere utilizzate in zone a rischio di esplosione; la seconda stabilisce le prescrizioni fondamentali per la tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti ai rischi di esplosione". Sembra pertanto improbabile che questo tunnel possa venir messo in funzione, se non al di fuori della legge.

Nel frattempo il carbone viene inoltrato esclusivamente via camion, con l'attraversamento di tutta la città di Savona ed il valico di Cadibona da parte di circa 120 camion all'andata ed altrettanti al ritorno. Questo traffico è un ulteriore forte aggravamento della servitù portuale, tanto più grave in quanto esiste una linea ferroviaria tra il porto e Cairo Montenotte che consentirebbe di non gravare sulle strade cittadine, con le comprensibili conseguenze di sfondamento delle strade urbane oltre chiaramente ai disagi sulla viabilità, sull'inquinamento e sulla sicurezza.

Nel 2010 la città di Savona ha realizzato un piano urbano della mobilità e del traffico che non è stato poi approvato dal consiglio comunale e quindi non è stato adottato: in quel piano comunque non era stato chiaramente individuato ed indirizzato il traffico del porto.

Il motivo della mia missiva quindi è quella di chiedervi di attivarvi, per le rispettive competenze e resposabilità, affinchè questa pesante situazione per i cittadini cambi, ed inoltre chiedo una verifica sulle spese dell'ente porto.

In primo luogo come è possibile che un'opera costosa come il tunnel non sia stata fatta nel rispetto di normative come quelle europee, che anche se non in vigore in Italia al momento del progetto, erano sicuramente da tener in conto in quanto norme Comunitarie. In secondo luogo come è possibile che un ente porto spenda una cospicua somma di denaro pubblico per realizzare una enorme piattaforma a mare di svincolo per un collegamento viario solo annunciato alle amministrazioni comunali e provinciali ma senza nessuna garanzia di approvazione e realizzazione. 

Comitato Casello Albamare