La lunga fila di macchine che questa mattina saliva verso Prunetto già lasciava intendere che quella di oggi non sarebbe stata una giornata come altre. Arrivati davanti al sagrato della chiesa i volti tesi e il silenzio irreale, recitavano un copione, purtroppo, già visto, già conosciuto pochi chilometri più in là, nel 2008, con la morte di Garabello.
Stessi volti e stesso silenzio che hanno accompagnato anche l’arrivo della salma di Santino Barberis e dei suoi familiari, stretti in un dolore composto e dignitoso, nonostante il tremendo peso che gravava sulle loro spalle.
Leggendo gli sguardi dei molti colleghi della Simic, dei molti dipendenti della Italiana Coke, quello che traspariva erano lo sgomento e l’incredulità per una morte tanto assurda quanto “annunciata”. Così come assurdo sembrava assistere al funerale di chi è morto semplicemente per portare a casa uno stipendio.
Il sacerdote, nella sua omelia, ha ribadito la provvisorietà e la precarietà della vita. A quel punto molti sguardi dei presenti si sono incrociati, quasi a voler sottolineare che forse sarebbe bastato poco a evitare questa ennesima tragedia.
Alla cerimonia erano presenti dirigenti e colleghi della Simic di Camerana, Giampaolo Bagnasco della Emi, la ditta per cui lavorava Sandro Magese, che guidava il mezzo che ha investito Barberis, il direttore della Italiana Coke Giromini, Alberto Poggio, assessore all’Industria del Comune di Cairo Montenotte e Giorgio Cipollini della Cisl, unico rappresentante delle associazioni sindacali. E le assenze non sono passate inosservate.