- 29 agosto 2011, 16:29

Caviglia e Ferrando con Tirreno Power? Hanno il diritto di chiederne la chiusura ma non la volonta'

Inconsistenti le obiezioni dei Sindaci di Vado e Quiliano. Subito l’atto di prescrizione di chiusura dei due vecchi gruppi 3 e 4 della centrale a carbone. Tra il timore degli enormi danni ambientali e sanitari, e il timore di ritorsioni legali, vi è forse il dubbio di cosa scegliere?

Risultano assolutamente inconsistenti le obiezioni dei Sindaci di Vado e Quiliano in merito all’indifferibilità di compiere il dovuto atto di prescrizione di chiusura dei due vecchi gruppi 3 e 4 della centrale a carbone perché estremamente inquinanti, e visti i gravissimi dati sanitari del territorio.

 

(I Sindaci ieri si erano difesi argomentando che la situazione non è confrontabile, perché  a Civitavecchia si trattava di trasformare gruppi a olio combustibile non in linea con le BREF (il rapporto sulle migliori tecniche disponibili), in gruppi a carbone nuovi, mentre qui si tratta di adeguare alle BREF  gruppi già a carbone).

 

La motivazione non sta in piedi né dal punto di vista ambientale né da quello legale, perché, sia a olio combustibile o sia a carbone, si tratta comunque in entrambi i casi di gruppi energetici molto inquinanti e da adeguare (utilizzando peraltro a Vado la fonte energetica di gran lunga più inquinante, il carbone), gruppi che nel frattempo inquinano eccessivamente rispetto alle BREF, in un ambiente in entrambi i casi degradato, con un quadro sanitario preoccupante (denunciato a più riprese anche dall' Ordine dei Medici), che richiede urgenti provvedimenti, indilazionabili, e già troppo a lungo negati.

 

In sintesi, la situazione tra Vado Ligure/Quiliano e Civitavecchia è sostanzialmente identica:

-stessa situazione di gruppi inquinanti (ricordiamo che a Porto Tolle si è aperta un’inchiesta non solo per i nocivi effetti sull’ambiente, ma proprio perché il colosso energetico, in quel caso l’Enel,  in fase di installazione di nuovi Mw, non avesse considerato le alternative al carbone, come ad esempio il gas metano, molto meno inquinante);

-”contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale”, col fortissimo sospetto che “tali emissioni abbiano comportato un impatto sulla salute umana”;

-”stato di sofferenza sanitaria della popolazione, registrato da diverse indagini epidemiologiche”;

esposizione, per un lasso di tempo considerevole, della popolazione a livelli di emissioni”, che inducono “ulteriori legittimi timori in relazione alla salvaguardia della salute pubblica”.

 

La situazione di Vado Ligure peraltro è peggiorativa della situazione di Civitavecchia, in quanto l’inquinamento persiste da ben 40 anni, in una zona densamente abitata (peraltro in deroga a controlli pubblici alle emissioni e agli scarichi idrici, e nonostante i gruppi non siano allineati alle norme IPPC dell’Unione Europea, alla direttiva 96/61/CE, e al decreto legislativo 59/05, e nonostante siano privi della certificazione AIA), ed essendo una situazione peggiorativa, l’inerzia dei Sindaci rappresenta un’aggravante.

 

 

Usando quindi le parole del Sindaco di Civitavecchia, il Sindaco di un Comune, in quanto Primo Responsabile (anche penalmente) della tutela della Salute pubblica, deve “adottare un idoneo provvedimento al fine di prevenire ed impedire il danno e il pericolo che le suddette emissioni potrebbero arrecare alla salute pubblica”.

 

 

Questo è lo stato attuale della Giurisprudenza in materia ambientale.

I dati allarmanti sono ormai a portata di tutti.

Come riportato nell’esposto penale presentato a gennaio (vedi allegato), vale anche per i Sindaci il principio giuridico per cui “non si può non essere a conoscenza” dei fatti sotto riportati:

 

“-la Società Tirreno Power ha una determinazione senza limiti nel voler inquinare l’aria dell’ambiente circostante per suo esclusivo profitto e non per esigenze di servizio pubblico. Detta condotta viene posta in essere senza in alcun modo considerare il primario interesse della collettività alla tutela della salute pubblica;

 

-i Legali Rappresentanti della Tirreno Power non possono non sapere che stanno impugnando un’arma che produce conseguenze molto gravi sull’ambiente circostante, con ricadute altrettanto gravi sulla vita e sulla salute delle persone che in tale ambiente conducono la loro esistenza;

 

-la cecità cognitiva del produttore di energia o, peggio, la sua insensibile (ed insensata) protervia nel voler attuare produzioni non necessarie e non necessitate, obliterando le sacrosante esigenze degli esseri che subiscono e soffrono le conseguenze della sua attività, non potrà conseguire l’impunità prevista, per ben più nobili cause, dall’art. 45 cod. pen.;

 

-è da considerare il livello di addebitabilità della responsabilità penale in capo ai soggetti che, essendo titolari del potere decisionale in materia e pur sapendo, o comunque non potendo non sapere, che i vecchi, inefficienti ed obsoleti gruppi elettrogeni nn. 3 e 4 producono una quantità molto modesta di energia elettrica a fronte dell’emissione nell’ambiente circostante di una elevatissima quantità di elementi inquinanti - la cui attitudine a causare direttamente o indirettamente malattie gravi e morti nella popolazione è ormai scientificamente accertata e pressoché unanimemente condivisa in seno alla comunità scientifica mondiale – hanno continuato e continuano a tenerli in funzione in violazione di norme, di disposizioni e di principi sia di natura legislativa che di natura etico-sociale;

 

-anche la Corte di Cassazione, prendendo atto del principio comunitario sintetizzato nella regola di prevenzione, ancor prima che di punizione, CHI INQUINA PAGA (cfr.: Cassazione penale, sez. III, 12/02/2009, n. 15734)  ha recentemente ribadito che: “Il reato di getto pericoloso di cose è integrabile indipendentemente dal superamento dei valori limite di emissione eventualmente stabiliti dalla legge, in quanto anche un'attività produttiva di carattere industriale autorizzata può procurare molestie alle persone, per la mancata attuazione dei possibili accorgimenti tecnici”;

 

-é dunque corretto e lecito asserire che, ai fini della configurabilità della seconda ipotesi della contravvenzione prevista dall'art. 674 c.p., la regolare autorizzazione amministrativa dell'attività non è da sola sufficiente per escludere il reato quando dall'esercizio dell'attività derivi pregiudizio per la salute dei terzi ovvero anche la diffusione di polveri nell'atmosfera è perseguibile ai sensi dell’art. 674 cod. pen.

Tale diffusione costituisce “versamento di cose” e non emissione di fumi agli effetti del reato di cui alla prima ipotesi dell'art. 674 c.p. che, come integrato dall'art. 40/capov. cod.pen., prevede un evento sia di danno che di pericolo e punisce, dunque, non solo ogni condotta attiva, ma anche ogni condotta omissiva che provochi l'evento pericoloso, atteggiandosi come reato commissivo mediante omissione;

 

-chi inquina l’atmosfera, inoltre, non può non sapere che avvelena anche il suolo e le acque circostanti.

Il codice penale punisce severamente chi si rende colpevole di avvelenamento delle acque e/o delle sostanze destinate all’alimentazione (cfr. art. 439).

 

 

Non si possono quindi riscontrare differenze concettuali e formali (se non peggiorative) rispetto alla situazione di Civitavecchia che giustifichino la mancata attivazione dei Sindaci di Vado/Quiliano, se non la paura di ritorsioni legali da parte di TP, che invece a Civitavecchia aveva già deciso di chiudere il gruppo a olio combustibile per poi chiedere la trasformazione  a carbone.

A Porto Tolle Enel aveva addirittura chiuso nel 2004  i 3 gruppi ad olio combustibile non ambientalizzati, senza neppure aspettare l'ingiunzione del sindaco.

Quindi la differenza non sta nel diverso inquinamento, ma nel fatto che, mentre TP non ha interesse a tenere in funzione gruppi a olio combustibile, farebbe invece opposizione contro Sindaci che volessero chiudere gruppi a carbone.

 

 

Tra il timore degli enormi danni ambientali e sanitari, e il timore di ritorsioni legali, vi è forse il dubbio di cosa scegliere?

 

 

 

Libreria UBIK

 

 

 

 

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In esclusiva assoluta, il documento del Sindaco di Civitavecchia che ha prescritto e ottenuto la chiusura immediata e la dismissione della locale centrale a carbone Tireno Power.

 

La fine delle sofferenze della cittadinanza savonese, dopo 40 anni di inquinamento e tumori, menzogne e ricatti, è finalmente a portata di mano dei Sindaci dei Comuni di Vado e Quiliano, in quanto Primi Responsabili (anche penalmente) della tutela della Salute pubblica.

Basta presentare un documento analogo sia in merito alla valutazione AIA, ma anche in merito alla Conferenza dei Servizi.

Attendiamo con fiducia che i Sindaci dei due Comuni compino questo atto, ormai dovuto e non più differibile.

 

Il Sindaco di Civitavecchia ha prescritto la chiusura della centrale a carbone per “contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale”, perché “non è possibile escludere che tali emissioni abbiano comportato un impatto sulla salute umana”, per “lo stato di sofferenza sanitaria della popolazione, registrato da diverse indagini epidemiologiche”, perché “le decisioni strategiche rispetto ai piani di riconversione energetica devono tener conto dello stato di salute della popolazione residente”, perché l’assegnazione, per i primi due anni di vigenza dell’AIA, di limiti di inquinamento sensibilmente superiori “avrebbe l’effetto di esporre, per un lasso di tempo considerevole, la popolazione a livelli di emissioni”, che inducono “nel sottoscritto Sindaco ulteriori legittimi timori in relazione alla salvaguardia della salute pubblica”, Sindaco che ritiene quindi di “dover adottare un idoneo provvedimento al fine di prevenire ed impedire il danno e il pericolo che le suddette emissioni potrebbero arrecare alla salute pubblica”.

 

  

 

 

COMUNE DI CIVITAVECCHIA

 

 

PROCEDIMENTO PER LA CONCESSIONE DELL’A.I.A. ALL’IMPIANTO “TORREVALDALIGA SUD” DELLA SOCIETÀ TIRRENO POWER  SPA

ART. 5, C. 11, DLGS 59 DEL 18.02.2005 - PRESCRIZIONI DEL SINDACO DEL COMUNE DI CIVITAVECCHIA AI SENSI DEGLI ARTT. 216 E 217 DEL R.D. 1265 DEL 27.07.1934

Il sottoscritto Giovanni Moscherini, nella sua qualità di Sindaco p.t. del Comune di Civitavecchia, nell’ambito del procedimento di cui all’incipit, con il presente atto

PREMESSO

Che, con Deliberazione n.5 del 08.04.2010, il Consiglio Comunale di Civitavecchia ha “incaricato il Sindaco, quale rappresentante legale del Comune di Civitavecchia, di manifestare la volontà contraria dell’Ente, ovvero il dissenso al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.) alla Tirreno Power Spa-Centrale termoelettrica Torrevaldaliga Sud Civitavecchia in sede di Conferenza dei Servizi…”, in quanto “l’attuale richiesta dell’A.I.A. contiene l’autorizzazione all’esercizio della sezione TV4 della quale si richiede, invece, lo smantellamento”;

CONSIDERATO

Che la predetta Deliberazione (che si allega) viene qui richiamata in ogni suo punto, sì da formare parte integrante e sostanziale del presente atto;

Che la situazione ambientale della Città di Civitavecchia e dei Comuni limitrofi è meritevole di particolare attenzione in virtù della contemporanea e consolidata presenza di rilevanti fattori di pressione ambientale, come del resto riconosciuto e riportato alla pag. 34 del Parere Istruttorio di cui alla nota CIPPC 00-2010-0000465 dell’11.3.2010 reso nell’ambito del procedimento di A.I.A in epigrafe;

Che tale evidenza era stata, peraltro, già precedentemente constatata nell’ambito del Decreto V.I.A. del Ministero dell’Ambiente n.680 del 04.11.2003 inerente la riconversione a carbone della Centrale di Torrevaldaliga Nord, in cui, in relazione alle emissioni pregresse delle centrali termoelettriche insistenti sul territorio, si legge “Non è possibile escludere che tali emissioni abbiano comportato un impatto sulla salute umana che non si è ancora completamente manifestato, ed è quindi raccomandabile per il futuro continuare ed anzi rafforzare l’attuale politica di contenimento del carico inquinante” 

Che lo stato di sofferenza sanitaria della popolazione, registrato sin dagli anni Ottanta e Novanta da diverse indagini epidemiologiche, è stato da ultimo acclarato e confermato nello studio “Mortalità e ricoveri ospedalieri nell’area industriale di Civitavecchia, anni 1997-2004” del Dipartimento di Epidemiologia della ASL Roma E - struttura di riferimento regionale per l’epidemiologia - e Laziosanità - Agenzia di sanità pubblica, Regione Lazio” (che parimenti si allega al presente atto), in cui si legge che “L’analisi dei ricoveri ospedalieri aggiunge informazioni al quadro epidemiologico dell’area, con risultati coerenti con quelli di mortalità e che confermano i risultati di studi precedenti. Tumore polmonare e pleurico e asma bronchiale sono chiaramente in eccesso. Una novità rispetto alle conoscenze già note è costituita dall’aumento incidenza di insufficienza renale cronica, rilevato dal Registro regionale dialisi” e che “i risultati hanno rilevanza rispetto alle politiche di riconversione energetica e al potenziale inquinante di nuovi impianti per quanto riguarda la salute della popolazione locale. Le decisioni strategiche rispetto ai piani di riconversione energetica devono tener conto dello stato di salute della popolazione residente”;

Che, secondo quanto emerso nel procedimento in itinere, la sezione TV4 della centrale di Torrevaldaliga Sud non è in grado di disporre, nell’immediato e nel medio termine (prossimi due anni), delle migliori tecniche disponibili e, conseguentemente, di garantire livelli di emissioni in linea con quelli associati alle medesime nel BREF di riferimento (il rapporto sulle migliori tecniche disponibili);

Che, in particolare, nel predetto Parere Istruttorio CIPPC 00-2010-0000465 dell’11.3.2010 (pagg. 35 e 38), preso atto per l’anno 2006 di livelli di emissioni di SO2, Nox e polveri superiori al range di prestazione BREF, il Gruppo Istruttore proponeva, per i primi due anni di vigenza dell’AIA, l’assegnazione di limiti sensibilmente superiori a quelli individuabili nel BREF “in attesa dei miglioramenti impiantistici che il Gestore dovrà effettuare”;

RITENUTO

Che tale ipotesi derogatoria non poteva e non possa ritenersi condivisibile, in quanto, oltre a non essere in linea con la vigente normativa nazionale e comunitaria, avrebbe l’effetto di esporre, per un lasso di tempo considerevole, la popolazione a livelli di emissioni che, proprio in virtù della prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento, possono e devono essere ridotti nell’immediato, aspetto, quest’ultimo, che induce nel sottoscritto Sindaco di Civitavecchia ulteriori legittimi timori in relazione alla salvaguardia della salute pubblica;

Di dover adottare un idoneo provvedimento al fine di  prevenire ed impedire il danno e il pericolo che le suddette emissioni potrebbero arrecare alla salute pubblica;

Tutto ciò premesso, considerato e ritenuto, richiamati espressamente i contenuti della Deliberazione del Consiglio Comunale di Civitavecchia dell’08.04.2010 n.5, il Sindaco di Civitavecchia, ai sensi degli artt. 216 e 217 del R.D. 1265 del 27.07.1934, nell’ambito del surrichiamato procedimento, formula le seguenti

PRESCRIZIONI

 

Si formula espresso divieto al funzionamento della Sezione TV4 della Centrale termoelettrica di Torrevaldaliga Sud.

Si richiede, altresì, che nel provvedimento conclusivo del presente procedimento amministrativo l’Autorità Competente voglia confermare le modalità e i tempi della presentazione del piano di smantellamento della predetta sezione TV4, come delineate a pag. 31 del Parere Istruttorio di cui alla nota CIPPC 00-2010-0001138 del 04/06/2010.

Allegati: c.s.

Civitavecchia, lì 08.09.10

 

 

IL SINDACO DI CIVITAVECCHIA

Giovanni Moscherini

com. Ubik - SavonaNews