- 22 luglio 2011, 17:44

Sel denuncia le condizioni dei profughi tunisini e le mancanze del comune di Savona

Come e’ noto a seguito della rivolta popolare in Tunisia, a partire da Febbraio sono arrivati in Italia, via Lampedusa, molte centinaia di profughi i quali sono stati prima accolti malamente dalle nostre autorità governative e poi forzatamente “trasferiti” verso altre aree del paese con la speranza, neppure troppo nascosta, che si spostassero in altri paesi europei.

Sin dall’inizio di aprile a Savona l’arrivo dei profughi e’ stato visto dagli enti preposti ad occuparsene come una patata bollente di cui liberarsi velocemente, piuttosto che come l’opportunità di manifestare la necessaria e opportuna solidarietà.

Ricordiamo tutti la stazione usata come luogo di sosta, i pellegrinaggi tra Ventimiglia e Savona per ottenere il permesso di soggiorno e l’uso della palestra della scuola Astengo come dormitorio provvisorio per due notti.

Senza dubbio in tutta questa vicenda le istituzioni Savonesi non sono state un modello di accoglienza, non si sono approntate le soluzioni migliori per cercare di affrontare la situazione, si e’ preferito piuttosto nascondere il problema e sperare che svanisse cosi come si era manifestato.

Da aprile sino ad oggi l’associazione “Gli Amici del Mediterraneo” ha supplito, compatibilmente con le proprie capacità e risorse, all’inerzia e all’ignavia degli enti e dei suoi rappresentanti, che avrebbero dovuto prendersi carico della situazione per tentare di dare delle risposte efficaci e umane.

Ad oggi rimangono a Savona tra i 20 – 25 immigrati tunisini in possesso di un permesso di soggiorno umanitario, che non hanno un luogo dove dormire, mangiare e prendersi cura della propria persona.

Sono costretti a trovare ripari di emergenza e in taluni casi a dormire spiaggia, l’associazioni “Gli Amici del Mediterraneo” e alcuni privati cittadini provvedono a soddisfare i bisogni fondamentali di questi esseri umani (si esseri umani esattamente come noi); ma oramai la situazione si è fatta insostenibile, sia per chi cerca di fare qualcosa, sia per gli immigrati che vivono in condizioni non dignitose.

SEL Savona ritiene che questo stato delle cose non sia accettabile e chiede che il Comune di Savona affronti subito la situazione, trovando una residenza dignitosa per questi amici tunisini, riteniamo che una città come Savona sia in grado di dare una risposta adeguata ad un problema che riguarda un cosi piccolo gruppo di persone.

Savona medaglia d’oro della resistenza e la sua amministrazione di centro-sinistra hanno il dovere di aprire gli occhi di fronte a quanto sta avvenendo e approntare sin da subito un piano che ridia dignità a questi uomini e alla nostra città, che rappresenti un esempio di accoglienza per tutto il paese.

com.