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| 11 marzo 2010, 15:26

Tirreno Power: M.O.D.A. chiede chiusura gruppi a carbone

Tirreno Power: M.O.D.A. chiede chiusura gruppi a carbone

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato stampa completo di tabelle comparative a fine pezzo, dei Dott. Virginio Fadda (biologo) e Agostino Torcello (pneumologo), promotori del comitato M.O.D.A. di Savona, in merito ai gruppi termoelettrici a carbone della centrale termoelettrica di Vado Ligure:

 

 

"SALUTE, ECONOMIA, AMBIENTE E NORME EUROPEE IMPONGONO DI CHIUDERE IMMEDIATAMENTE GLI INQUINANTI GRUPPI A CARBONE DELLA CENTRALE DI VADO.

 

OGGI CONVIENE PUNTARE CON DECISIONE SULLE ENERGIE RINNOVABILI

 

Ormai tutto il mondo si è accorto, ma non gli Enti pubblici locali ed alcuni industriali, che siamo arrivati ad una svolta epocale. Non è più razionalmente proponibile produrre energia con fonti energetiche non rinnovabili e soprattutto con il carbone che, come è noto, a parità di energia erogata, produce il massimo dell'inquinamento possibile con costi esterni altissimi per malattie, danni ambientali ed eccesso di CO2.

 

A livello locale la centrale Tirreno Power di Vado nel suo assetto attuale (allegato emissioni 2010 Centrale di Vado) emette ogni anno nell'aria circa 5 milioni di tonnellate di CO2, 5.500 tonnellate di Ossidi di Zolfo, circa 4.000 tonnellate di Ossidi di Azoto e complessivamente circa 6.500 tonnellate di polveri sottili secondarie cancerogene e cardiotossiche (stimate per i gas emessi in atmosfera).

 

A partire da tali valori di inquinamento i costi esterni stimati dalla Comunità Europea ( fonte ExternE) sarebbero almeno di circa 135 milioni di euro ogni anno e graverebbero quasi interamente sulla comunità del Savonese e della val Bormida. (allegato Costi Esterni 2009 ).

 

Per non parlare poi del folle progetto di potenziamento a carbone che, facendo aumentare il già oggi intollerabile inquinamento dell'aria complessivo della centrale con 7,5 milioni di t/anno CO2, 5.900 t/anno SO2 e 4.500 t/anno di NOx, farebbe salire ulteriormente i costi esterni .

 

Si impone quindi con urgenza per questa "Centrale in città" almeno chiudere i vecchi gruppi 3 e 4 a carbone che a causa della loro obsoleta tecnologia, anche se ristrutturati, hanno bassi rendimenti, altissimo inquinamento e non rispettano la migliore tecnologia disponibile prevista per gli impianti termoelettrici dalla Direttiva della Comunità Europea Ippc 96_61 e relativo Decreto legislativo 4 gosto 1999, n.372.

 

Tale chiusura al carbone, per lasciare solo il gruppo a metano, doveva essere imposta da più di 10 anni da Governo ed Enti Locali , ma fino ad oggi nulla è stato fatto, anzi si discute persino su un potenziamento a carbone senza valutare in alcun modo i danni ambientali e relativi costi.

 

E cosa dire poi della possibilità di bruciare il rifiuto CDR sui gruppi a carbone previsto a pag. 170 del Piano Provinciale Rifiuti, approvato dalla Regione Liguria ma vietato dalla Comunità Europea, che produrrebbe in aggiunta all'inquinamento da carbone e da gas anche un pericoloso inquinamento da diossine e metalli pesanti?

 

Ricodiamo che depotenziamento e completa metanizzazione, richiesti dalla Commissione Scientifica di Spotorno - Istituto Superiore di Sanità nel Maggio 1988 per ottenere la chiusura al carbone nella centrale di Vado e poi votata nel 1990 dai Comuni di Vado e Quiliano, nel 1993 e 1996 dalla Provincia di Savona e di recente nel 2007 dal Comune di Savona, è la posizione espressa non solo dal MODA, dal WWF, dagli Amici di Grillo, da Greenpeace e da Legambiente ma oggi anche autorevolmente sostenuta dall'Ordine dei Medici della Provincia di Savona.

 

Al contrario di quanto comunemente si pensa, visto che oggi molti insistono sul costosissimo e pericoloso nucleare (problema delle scorie, esaurimento dell'uranio ecc.), ricordiamo che l'alternativa delle energie rinnovabili rispetto a nucleare, gas, olio combustibile e carbone, associate al risparmio energetico, è oggi realistica ed attuale e foriera di nuova occupazione. La politica energetica ad esempio della Germania, che già oggi raggiunge il 16% da rinnovabili, porterà alla produzione di energia elettrica totale da rinnovabili nel 2020 intorno al 40 50% del fabbisogno nazionale, con graduale dismissione delle centrali nucleari e aumento dell'occupazione e molti operatori affermano che si potrà arrivare nel 2050 - 2060 al 100% da rinnovabili (vedi RAI 3 programma Presa Diretta del 7/03/2010)perché anche in Liguria ed in Italia non seguiamo questo virtuoso esempio?

 

Savona, 11 Marzo 2010

 

Dr. Virginio Fadda (Biologo)

 

Dott. Agostino Torcello (Medico Pneumologo)

 

MODA Savona"

 

 

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