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| 02 febbraio 2010, 12:00

Maledetti pennacchi

Maledetti pennacchi

Che cosa esce dalle ciminiere della centrale termoelettrica a carbone di Vado Ligure?

 

La domanda iniziano a porsela in tanti dopo che le basse temperature di questo periodo hanno reso visibile il poco rassicurante pennacchio di fumo.

 

(Quello che nella centrale lo potete vedere in video a fine articolo)

 

Le amministrazioni pubbliche che si sono succedute da queste parti da sempre hanno dato prova di grande lungimiranza in merito, fiammante in questa banale comparazione:

 

> TOSCANA: Superficie 22.990 Km quadrati, 3.718.210 abitanti, 194 per Kmq

Centrali a carbone: ZERO

 

> EMILIA ROMAGNA: Superficie 22.451Km quadrati, 4.360.148 abitanti. 161 per Kmq

Centrali a carbone: ZERO

 

>LIGURIA: Superficie 5.421 Km quadrati, 1.615.441 abitanti, 298 per Kmq

Centrali a carbone: TRE

(La Spezia, Genova - Lanterna, Vado Ligure)

 

I più furbi.

I risultati si vedono, ma soprattutto si respirano.

 

Se date un'occhiata tra le immagini riportate in fondo a questo servizio, ne troverete una che rappresenta la mappa di una Liguria particolarmente variopinta. Purtroppo però, il carnevale non c'entra. I colori si riferiscono ad una misurazione assai complessa della "biodiversità lichenica". Se spiegati, i risultati sono semplici: il rosso raffigura le zone più inquinate. Osservate a Savona e dintorni... L'immagine parla da sé, e non è frutto della mente malata di qualche ambientalista borderline, ma di uno studio della Regione Liguria. Dove meno mutano i licheni, maggiore è l'inquinamento da polveri sottili. Quelle che secondo lo studio pubblicato dai Verdi l'altroieri, farebbero 7200 morti all'anno. A pubblicarlo, persino il TGCom! (vedi foto) I soliti invasati, no?

Tutt'altro.

 

In Liguria le principali fonti di inquinamento ormai conclamate sono le CENTRALI A CARBONE.

 

In provincia, studi come questo, non hanno grande fortuna mediatica e vengono illustrati e spiegati in una serie di incontri pubblici che, a parte quello del teatro Chiabrera a Savona, normalmente vengono passati sotto silenzio.

 

Eppure riguardano la salute di tutti. Strano...

 

Capiamo che sede della lobby del carbone è Genova, dove Assocarboni arruola una delle più importanti agenzie di comunicazione del Paese, la Barabino & Partners, che sui giornali lavora e soprattutto pesa.

 

Capiamo anche che Ansaldo è in prima linea nella costruzione di impianti e turbine termoelettriche, con tutto quel che ne consegue.

 

Capiamo (ma qui non ci vuole molto) che Tirreno Power ha fatto man bassa di spazi pubblicitari sui principali quotidiani e non solo. Ma...

 

Con l'editoriale "La Mancia", pubblicato su queste pagine all'inizio del dicembre scorso ci eravamo augurati che questa vorace campagna acquisti non avesse il temuto effetto di imbavagliare i mezzi di informazione ( 'che se non altro così respirerebbero aria più pulita). Tutto sommato, ci eravamo sbagliati.

 

Non solo su questa incredibile vicenda - salvo poche eccezioni - è calato un silenzio tombale, ma viceversa scintillano titoli che inneggiano alla qualità dell'aria nel Savonese. (!!) Poco importa se a sostenere e timbrare questi "dati" sia un associazione "ambientalista" come Legambiente, che ora si scopre essere in società di fatto con una controllata di Sorgenia, cui fa capo Tirreno Power. Ma questo è meglio non scriverlo.

 

Più utile affrettarsi a tacitare le proteste dei cittadini che scrivono preoccupati, dopo che nelle ultime settimane, grazie alle basse temperature come detto, i fumi di scarico della centrale di Vado Ligure si vedono a occhio nudo. "SOLO VAPORE", rispondono rassicuranti i responsabili. I giornali fanno copia / incolla, pubblicano, e tanti saluti.

 

Ma se riempi una pentola a pressione di ammoniaca, mettendola sul gas o sul carbone, anche in quel caso ne uscirebbe "solo vapore", ma se lo respiri vai per terra, lungo ma poco disteso.

 

L'elettore d'altronde è animale visivo. Il problema dunque non è eliminare o ridurre il più possibile le emissioni di polveri sottili invisibili e cancerogene o le loro cause, ma evitare che i fumi si VEDANO, 'che almeno i cittadini stanno buoni e tranquilli.

 

Questo aspetto emerge anche tra le pieghe dell'Istruttoria di V.I.A. Ministeriale (parere 141 del 13/11/2008) A pag 10 leggiamo testualmente:

 

"La combustione di gas naturale tra l'altro è tale DA COMPORTARE NEI FUMI L'ASSENZA DI PARTICOLATO E DI INCOMBUSTI (affermazione assai discutibile, n.d.r.) che attualmente, a causa dell'utilizzo di olio combustibile, possono determinare formazione di PENNACCHI VISIBILI".

 

Maledetti pennacchi.

 

Occorreva dunque metanizzare almeno l'avviamento dei gruppi a carbone. Un gioco da ragazzi. Il metanodotto SNAM di soli 30 km (30) costruito all'uopo da Cosseria - Case Lidora fino alla centrale termoelettrica di Vado Ligure è un operetta così irrilevante che per vederla per intero dal satellite con Google Earth, occorre alzarsi oltre i 16.000 metri di quota (sic) Una cicatrice visibile nonostante il tentativo di camuffamento a salve con apposita ri-piantumazione (vedi foto)

 

Capire chi ha pagato cotanto tubo non è cosa per tutti, ma una buona maggioranza scommette su Enel (denaro pubblico illo tempore). Speriamo abbiano torto.

 

Il metano, chiamato dolcemente "gas naturale" ti fa fare bella figura, e se l'allacciamento miliardario te lo paga l'utente, tanto meglio. Consumarlo, però, costa. Molto più che il carbone: e perchè rimetterci?

 

Nei fatti una fonte anonima ma attendibile ci confessa che dentro la centrale di Vado Ligure su 16 bruciatori solo UNO funziona a metano. Mica male.

 

Nelle giornate più fredde possiamo osservare il "vapore" mentre fuoriesce copioso dai gruppi a carbone attraverso la maxiciminiera purpurea lato ponente. Dai due caminetti educati del gruppo a metano, nulla. Mah... vuoi dire che sia spento? (vedi foto)

 

Maledetti pennacchi...

 

Il gruppo a metano, quello bello pulito e con i caminetti azzurri, verrebbe attivato SOLO in caso di avarie o di maggiori richieste di potenza. Oltre ai costi la ragione sarebbe anche un'altra, molto semplice: mentre i gruppi a carbone impiegano 8 ore per portarsi a regime, quello a metano ne impiega solo un paio.

 

Ma l'essenziale non sempre è visibile agli occhi.

 

Cosa sia contenuto in quei "vapori", e cosa essi producano in termini di ricaduta di polveri sottili, resta un mero dettaglio non degno di cronaca o di analisi troppo approfondite. D'altronde, se l'ARPAL & Tirreno Power dicono che è tutto a posto, si andrà MICA a sindacare?

 

Invece si, per un motivo molto semplice: qui la gente muore di cancro, prima e più che altrove.

 

Chi ha lavorato in centrale ne ha viste di belle, e oggi racconta di due / tre morti l'anno solo tra gli ex - lavoratori. Carlo (al contrario del racconto, il nome è di fantasia) nella centrale a carbone di Vado Ligure ci ha lavorato per 30 anni:

 

"Qualcuno di noi è andato in pensione con anni di anticipo secondo quanto stabilito per gli esposti all'amianto... c'era pure quello. Fino al 2006 le visite mediche sui dipendenti erano scrupolose e frequenti, più che oggi... Quindici anni fa in Centrale eravamo in 600, oggi sono rimasti in 230, ma la proprietà sta cercando di ridurre ancora di più il personale, specie i cosiddetti "normalisti", gli elettricisti e i carpentieri interni, mantenendo i turnisti specializzati: una decina di persone a turno in tutto. Ricordo poi le visite degli ispettori, per la certificazione degli impianti... contava la burocrazia e il colpo d'occhio sulla pulizia apparente, ma dove lavoravamo, nei gruppi, si accumulavano quattro dita di cenere, altro che pulizia nei luoghi di lavoro: neppure spazzando h24 avremmo potuto rientrare in quei paramentri. Sulla sicurezza dei lavoratori, lì si, non si badava a spese: non potevano permettersi il clamore di un incidente grave o mortale." Un contatore geiger per misurare la radioattività? "Non si è mai visto. Neppure quando per produrre 320 MW di energia bruciavamo 480 tonnellate di carbone in 24 ore (quattrocentottanta tonnelate). Tra i miei ex colleghi, sono già morte 25 / 30 persone, speriamo bene..."

 

Succede dentro e fuori la centrale, certificatissima, per carità.

 

Chi lo racconta, però, nel migliore dei casi viene timbrato come agitatore da passare per le armi del silenzio e/o del demansionamento a seconda delle categorie professionali.

 

Ne sanno qualcosa gli organizzatori di una serie di incontri pubblici che hanno come scopo quello di informare la popolazione sulla situazione purtroppo in atto, e sulle sue ricadute dirette sulla salute pubblica. Lo vedremo bene dopo.

 

Spotorno, giovedì 17 dicembre 2009: sala gremita. A parte la collega de "il Ponente" (e noi) nessun giornalista. Gli interventi del Biologo Virginio Fadda ed i medici pneumologi Agostino Torcello e Paolo Franceschi, dati alla mano, sono pugni nello stomaco, che - con tutta la freddezza scientifica e giornalistica - ti mandano a casa gobbo. Li chiamano i tre moschettieri, ma al posto della spada hanno armi più moderne: lauree, specializzazioni, ricerche scientifiche, comparazioni statistiche. E soprattutto la voglia di capire e di tutelare la salute pubblica, che per un medico è un dovere deontologico.

 

Difficile sintetizzare in poche parole ma ci proviamo:

 

- La ricaduta delle polveri emesse dalla Centrale a Carbone di Vado si estende per UN RAGGIO DI 50 KM (vedi foto)

- Le conseguenze sulla salute, pesantissime.

 

Un esempio? "Dal 1999 al 2002 in Liguria i tassi standardizzati di mortalità generale, tumori totali e tumori ai polmoni risultano sempre superiori ai valori medi nazionali e si assestano fra i valori più alti in Italia. Precisamente per i tumori totali la Liguria si colloca al 5�° posto rispetto alle 20 regioni italiane e per i tumori al polmone dal 5�° all' 8�° posto. MORTALITA' PER CAUSA NELLA ASL 2 DEL SAVONESE. Anche per l'ASL 2 del savonese abbiamo a disposizione i tassi standardizzati dell'anno 1999 pubblicati dall'IST (Istituto per la ricerca sul cancro) di Genova e suddivisi per sesso: Nei maschi il TST riferito a 100.000 abitanti per i tumori ai polmoni raggiunge il valore più alto delle 4 ASL liguri e paragonabile a quello della Regione Lombardia (massimo delle 20 regioni italiane). Così anche risultano alti i TST, massimi in Liguria e con trend in aumento, per tumori totali , leucemie e linfomi non Hodgkin. Nelle femmine il TST riferito a 100.000 abitanti per tumori totali è il più alto delle 4 ASL liguri con un trend in aumento, così come massimo in Liguria risulta quello per il tumore alla mammella ." (Fadda, Torcello in una lettera/dossier indirizzata a tutti gli organi istituzionali competenti)

 

Ti dici: mah... con una situazione del genere nei prossimi giorni i quotidiani non parleranno d'altro. Invece niente. Silenzio.

 

Ad organizzare altri incontri di questo tipo insieme ad esperti e comitati, con posizioni nette e soprattutto comprensibili ai più, praticamente solo l'IDV, per la cronaca.

 

Giovanni Baglietto e Marco Caviglione (entrambi medici, tra l'altro) hanno già avuto parecchi grattacapi con gli alleati del PD, che tentennano accusandoli in sostanza di non capire il "nuovo carbone pulito"...

 

(nota a margine: da due mesi e mezzo attendiamo un'intervista / posizione in merito dal presidente della Regione Liguria Claudio Burlando. Aspettiamo.)

 

Giovanni Baglietto (IDV) ha viceversa una posizione chiarissima: "La piattaforma Maersk? E' una porcata senza senso, e basta" E la centrale a carbone di Vado Ligure? "Una porcata bis, all'ennesima potenza. Per prima cosa no al potenziamento, e poi, nel medio termine, l'obiettivo è la sua conversione con altri sistemi di produzione dell'energia. Siamo nel semplice buon senso."

 

Il buon senso su cose come questa, viene contrabbandato per oltranzismo da chi queste "porcate" le vuole.

 

Gli incontri proseguono, la gente partecipa e ascolta, attonita. Dopo i dibattiti, pongono domande e preoccupazioni a cascata. Il 26 novembre a Celle Ligure, il 15 gennaio ad Albissola Marina, il 22 gennaio a Savona, l'ultimo in ordine di tempo quattro giorni fa a Vado Ligure. Qualcuno l'ha letto?

 

Al termine del dibattito si alza in piedi un signore e chiede, deciso: "Perchè Tirreno Power non ha la certificazione IPPC?" Urca. Silenzio. Assenso.

 

La domanda è buona infatti: Esiste ed è in vigore il Decreto Legislativo del 4 agosto 1999 n�°372 in attuazione della direttiva 96/61CE relativa alla prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento (IPPC) In provincia di Savona il termine ultimo per la presentazione delle domande di autorizzazione venne fissato con Atto Dirigenziale n�° 5034 del 02/07/2004 per il 15 novembre 2004.

 

A non aver ottemperato sembrerebbero essere:

 

- Italiana Coke - Cairo Montenotte

(Il 30/11/2009, cinque anni dopo, la Provincia di Savona si è rassegnata a dar incarico ad un avvocato esterno per € 5000 per capire come uscirne)

- Ecosavona (discarica)

- Ecoter - Magliolo (discarica)

- Ramognina - Varazze (discarica)

- Tirreno Power - Vado Ligure

 

Un bel quadretto.

 

Attendiamo speranzosi smentite e, curiosi, eventuali salvacondotti.

 

Digitando su Google "Tirreno Power IPPC" incappiamo poi in una pagina che fu dell'omonimo sito (http://www.tirrenopower.com/News.aspx) oggi rimossa. resta traccia nella cache di un comunicato stampa del 05/04/2007 nel quale Tirreno Power prometteva una serie di cose tra le quali:

 

"Miglioramento ambientale

Le misure di miglioramento riguardano:

� il quadro delle emissioni relativo al territorio circostante la centrale (ossidi di zolfo, ossidi di azoto e polveri)

� il quadro delle emissioni nazionale (anidride carbonica)

� lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili

� la razionalizzazione dell'uso delle materie prime

� l'inserimento visuale unitario ed armonioso dell'intero complesso

 

Per quanto riguarda gli ossidi di zolfo la riduzione attesa è del 7,3 %, gli ossidi di azoto del 1,1 % e per le polveri il 3,2%.

 

Energie rinnovabili

 

Nel campo delle energie rinnovabili sono numerose le iniziative previste per aumentare le produzione, in particolare:

 

� rinnovamento del parco idroelettrico

� realizzazione di nuove unità idroelettriche nell'Appennino ligure-piemontese

� realizzazione di impianti fotovoltaici distribuiti

� realizzazione di impianti di cogenerazione termoelettrica alimentati a biomassa

� realizzazione di sistemi di teleriscaldamento a servizio dei Comuni di Savona, Vado Ligure e Quiliano

� realizzazione di parchi eolici distribuiti"

 

Parola di Tirreno Power. Tanto ci tenevano che da allora non si è visto niente. Prima il fruttuoso ampliamento a carbone, POI il resto.

Di nuovo, attendiamo speranzosi smentite.

 

Restiamo fisicamente sul carbone, prima che vada a fuoco nelle caldaie della centrale di Vado. Mentre a Cairo Montenotte procede il progetto di copertura dei depositi, sotto la centrale di Tirreno Power a Vado di coperture (fisiche) non se ne vede neppure l'ombra, nonostante gli ingenti fatturati in energia "sensibile". Con Google earth è abbastanza semplice calcolare le superfici: Oltre 41.000 metri quadri di colline di carbone troneggiano e vengono movimentate all' aperto dietro la centrale di Vado Ligure. Per arrivarci il carbone scorre dalle banchine della rada lungo un'ottocentesca rete di nastri trasportatori in abito da sera, che vista da vicino ricorda l'inferno. La polvere di carbone è ovunque, specie negli "snodi" dove il minerale passa da un nastro all'altro. Vedere per credere qui: www.youtube.com/watch

 

Questo il carbone PRIMA che venga bruciato. E dopo? La storia è ancora lunga e per oggi ci fermiamo qui. Nel frattempo, se avete coraggio e volete sapere di più, consigliamo a tutti di partecipare ad uno di questi incontri, e di farci avere un vostro parere. O di aspettare che qualcuno ne scriva.

 

Finendo l'inverno, il bello deve venire.

 

(fine della seconda parte. Continua...)

 

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Mario Molinari

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